Omelia (06-10-2010)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.

Come vivere questa Parola?
Come una rivelazione aveva aperto a Paolo gli occhi alla fede, così un'ulteriore rivelazione lo sollecita a prendere la via di Gerusalemme per confrontarsi con le "persone più ragguardevoli" circa la dottrina che va predicando con tanto calore.
Una duplice indicazione: depositaria, custode e interprete delle verità di fede è la Chiesa, cioè non un individuo singolo, sia pure illuminato, ma la comunità dei fedeli, che rimane pertanto un impre-scindibile punto di riferimento e di confronto. All'interno di essa, poi, le "persone più ragguardevoli", cioè gli apostoli, costituiscono il perno intorno a cui la stessa comunità si raccoglie, trovando in loro o-rientamento e guida.
Fidarsi unicamente delle proprie intuizioni o anche seguire le ultime stuzzicanti novità senza appurarne la fondatezza lascia adito al rischio o di non correre o di correre invano. Tutto quello che ha il sapore di una nuova conquista è da guardare con sospetto allora? Non è lecito cercare di dare un fon-damento, anche razionalmente più saldo, alla propria fede?
Gesù stesso ha messo sull'avviso che quanto i discepoli di allora, illuminati dalle sue parole, e-rano riusciti a comprendere, era suscettibile di ulteriori approfondimenti. Lo Spirito Santo è stato dona-to alla Chiesa anche per questo. Non solo quindi è possibile cercare di scandagliare i misteri di Dio alla luce della Rivelazione e delle nuove acquisizioni, anche scientifiche, ma è doveroso. Questo tuttavia non esonera dall'umile gesto di confrontarsi con chi può illuminare, come ha fatto Paolo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, rivedrò la mia posizione: sono di quelli che si accontentano di quanto hanno ricevuto alla catechesi di prima comunione fermi ad una fede infantile, oppure sono di quelli che anticipano il Concilio Vaticano III o anche IV?

Mettimi in cuore, Signore, una sana curiosità che mi spinga a interrogarmi e ad interrogare per meglio conoscerti, ma fa' che essa vada di pari passo con l'umiltà di chi si lascia illuminare.

La voce di un testimone
La fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l'approdo. La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di credere è tentato dall'incertezza e dal timore del niente. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata.
Primo Mazzolari