Omelia (02-10-2010)
Monaci Benedettini Silvestrini
I loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli

Stupendo questo piccolo brano del Vangelo, in una settimana liturgica nella quale lo stesso Gesù ci parla spesso dei piccoli e dei semplici. L'invito all'umiltà nel servizio verso i fratelli non è solo una norma di comportamento; nella festa degli angeli assume un significato ben preciso. L'invito della liturgia odierna è nell'immergerci da adesso nella contemplazione beata del Volto del Signore. E' la contemplazione alla quale tutti noi siamo chiamati, quando apparteremo alla schiera dei santi. Siamo chiamati alla contemplazione del Volto del Signore, che significa albergare nel suo Cuore e vivere nel suo e perenne Amore. La contemplazione è una realtà che ci distingue come veri figli di Dio; Gesù ci mostra la nostra meta in quella contemplazione che è ora dei santi e degli angeli. Gli angeli, i messaggeri di Dio, sono i nostri custodi perché la nostra vita sia costantemente orientata verso il Signore. Gli angeli, creature spirituali, ci indicano il Regno dei Cieli al quale apparterremo nella resurrezione finale dei corpi. Oggi noi possiamo intuire cosa Gesù voglia dirci con questo invito alla contemplazione del Volto del Signore. Lo afferriamo proprio per questo invito a diventare piccoli: significa scoprire nel nostro prossimo il Volto di Cristo perché la nostra vocazione alla santità si incarna e si realizza nella carità e nell'amore. Contemplare il Volto del Signore significa il destino di gloria ma è anche il percorso che ci porta, sulla terra a questa grande meta che oggi appartiene agli angeli. La chiamata alla santità non è una meta ideale, raggiungibile solo per alcuni eletti ma è proprio la costante e continua risposta per conversione vera dei cuori nel riconoscere nel fratello da assistere l'anticipo della gloria che ci attende.