Omelia (29-08-2010)
padre Mimmo Castiglione
Bon ton!

Prestigioso esser considerato di riguardo.
E passare avanti con onore!
Ai poveri che inconsci mediano salvezza,
carità e condivisione!


Certo, al prestigioso, il posto di riguardo.
Il Maestro non contesta le norme di buona creanza.
Per l'altro banchetto, invece,
dono del regno,
dono di Dio per gli abbandonati e per i diseredati,
le regole son diverse!
Non vige la legge dello scambio. Non è affare!
Non è necessario correre per raggiungere i primi posti.
A scapito degli altri. A gomitate farsi avanti, largo!
Distinguersi! Spazio per primeggiare. Prepotenza e presunzione.
Si dovrà cedere il seggio! Smacco alla vanità.
Umiltà, modestia, virtù dei consistenti!
Di quanti rimangono legati alla terra. Senza illusioni.
Di quanti son già soddisfatti, e grati non han bisogno!
Di quanti ricevono da chi non può restituire.
Guardando a Lui, all'Umile Umiliato,
al Modesto, al Povero abbassato!
È Lui che assegna il posto dando valore.
Che non dipende dall'ambizione personale o dalla stima altri.
Ma dal servire, a favore e per il bene del prossimo.
Vera grandezza! Si recupererà in futuro.
Insegna l'Innalzato a riflettere per esser saggi.
Il sapiente ascolta attento.
Poco parla, per comprendere.
Ed interviene non per rispondere, ma solo per domandare.
Liberarsi dallo sprecare energie,
dal correre per arroccarsi la postazione,
appropriarsene indebitamente,
usurpando quanto non gli spetta!
Che siano gli altri ad esaltare. E Dio!


Continua la salita del Maestro verso Gerusalemme,
la sua ascensione.
È sabato, giorno di riposo e sacro per gli israeliti.
Giorno dedicato al Signore!
Chissà se ne abbiamo uno anche noi?! Di questi tempi poi?!

Dopo aver partecipato (certamente!) alla liturgia sinagogale,
Gesù è invitato a pranzo a casa di uno dei notabili del villaggio, un fariseo.

Non tutti i farisei sono da biasimare per la loro ipocrisia.
Non tutti sono falsi.
Alcuni di loro sembrano apprezzare il Rabbino di Nazareth,
che continua comunque a dire ed a fare senza timore.

Mangiare insieme, intimità, condivisione.

Personaggio interessante l'Invitato, osservato dalla gente Lui pure osserva.
Ed intanto guarisce l'idropico suscitando domande.
Da ciò che vede trae spunto per educare e formare le coscienze.
Ed insegna sia al padrone di casa che a tutti quanti gli invitati.

Mi ascolto
A mensa, si mangia! Niente biglietti indicativi sulla tavola!
Scelta dei posti. Dove mi siedo?
Accanto al padrone di casa che forse aveva stabilito diversamente?
Senza considerare gli altri? Passando sopra le loro teste?
Primi posti? Perché? Per arrivismo?
Per essere al centro dell'attenzione? Bene in vista?
Per sentirmi superiore? Bisogno di stima?

Gesù approfitta della situazione per dare un insegnamento.
Non esaltarsi, umiliarsi, riconoscersi nella verità.
Non sopravvalutarsi, non disprezzare ne disprezzarsi.

Rispettare le precedenze!
Non scegliere i primi posti, che forse spettano ad altri!
E non per una questione di bob ton,
di galateo o di buona educazione
.
Ma per carità, per far sentire bene tutti quanti ed esser contenti.

Non scegliere neanche di sedersi all'ultimo posto
spregiando sé stessi, svalutandosi,
o per falsa modestia, aspettando di passare avanti. Calcolo!
Lasciare agli altri il compito d'apprezzare, di stabilire il luogo dove rimanere.
Il modesto conquista! Così come l'umile.
Veri discepoli del regno da esaltare.

Umiltà e modestia!
Stare attaccati alla terra all'humus!
Per non perdere il baricentro: l'equilibrio ed il senso della realtà.

Dura per il padrone di casa poi,
accettare d'invitare a pranzo quanti non possono contraccambiare.
Ed esser felice e beato, sapendo che da Dio sarà ripagato.

PREGHIERA

Gesù, pietà di me immodesto e superbo, amante dei primi posti.
Pietà di me invidioso e vanitoso,
desideroso di successo e considerazione,
di attenzione e stima, di consenso ed onori.
Mi vanto per essere adulato.
Esalto le mie virtù e le mie doti, denigrando gli altri.
Pietà Signore, di me ingeneroso.
Non invito alla mia mensa quanti non possono ricambiare.