Omelia (01-08-2010)
padre Mimmo Castiglione
I panni sporchi si lavano in?!

Quanta inquietudine. Quante domande!
E l'assurdo della fragilità della condizione umana.
Darsi da fare. Non darsi pace. Quale il motivo?

Parla da solo, lo Stolto, lo Scemo!
Insensato non ha interlocutori. Soliloquio!
Illuso, pensa di possedere per sempre.

La cupidigia l'ha reso disumano!
Avendo senza sosta accaparrato.
Ed invece?! Quale il risultato? Il nulla. Il vuoto.

Tristezza per ciò che nella notte gelida dovrà lasciare.
E non importa a chi: parente o no,
avveduto o scialacquatore.

Tanta fatica, tanto sudore?!
E poi il crollo. L'ansia, la depressione!
Niente da fare! Nulla con sé potrà portare.

Che senso? Solo la fede potrà colmare.
Sapienza che plana! Sostituendo il volo dell'Accusatore!
Non è questione di ricchezza, non si condanna chi possiede.

Saper vedere la ragione. Cogliere delle cose il giusto valore.
Di ciò che rimane imperituro La condivisione!
Il vero tesoro: le opere buone!

Gesù prosegue il suo viaggio verso Gerusalemme
per compiere la sua consacrazione battesimale, nello Spirito Santo.
E mentre cammina: annuncia, insegna, opera.

Catechizza ora sui beni.
Raccontando la parabola di uno ricco,
che vive da insensato: scemo!
Morale della favola: i discepoli,
ai quali non manca nulla davvero,
devono essere liberi di fronte ai beni!

"Fai le cose giuste, fai il bravo, sacrificati, sappi rinunciare, sii cristiano!".
Quante volte abbiamo udito simili affermazioni?!
Essere cristiano significa forse subire ingiustizie ed angherie?
Certo, una cosa è subire, altro è scegliere
d'essere disposti a perdere!

Maestro, dì a mio fratello che divida!
Dalla folla si leva una voce!
Si richiede l'intervento del Maestro,
perché si faccia mediatore in una questione.
Mi sembra di riascoltare Marta che richiama Gesù: Signore non ti curi?
Due appelli. In ambedue i casi si tratta di accettare di (con-)dividere!

Mi ascolto.
Perché l'eredità era in mano ad un fratello solo?
E perché non voleva dividere?
Avidità? Non era obbligato?
Capita a volte di pretendere ciò che non spetta!
Travisando la verità ed il senso di giustizia.


In Israele l'eredità, la terra era considerata sacra.
Non bisognava dividerla. Perciò ereditava tutto il primogenito?
Mentre gli altri fratelli stavano a guardare?
Comunque sia, viene consultato il Rabbino di Nazareth,
perché faccia da giudice ed interceda, com'era usanza allora,
per questioni giuridiche con motivazioni religiose.

Ma questi panni sporchi non si potevano lavare in famiglia?
Probabilmente non c'era più dialogo tra i due fratelli, s'erano già rotti i ponti!
Addio sentimenti! Addio bei ricordi insieme. Tutto dimenticato:
aver avuto lo stesso genitore, aver lo stesso sangue. Addio rispetto!

Quante divisioni tra parenti per problemi di eredità!
Fratelli che non si parlano più per questioni di interesse.
Rancore, odio, ferite, imbrogli, corruzione, menzogne.
Affetti finiti, legami distrutti.
E far di tutto per zittire la propria coscienza.
Cosa non si fa per i soldi!

Avidità insaziabile! Enorme desiderio d'avere, di possedere.
Obiettivo da raggiungere a qualsiasi prezzo, anche facendo violenza.
E privarsi, privare gli altri del bene senza farlo circolare.
È forma d'ingiustizia. Vivere sfruttando gli altri, parassita.
E conservare. Ingeneroso lo spilorcio. Apparendo accattone,
indigente, miserabile. Uno straccione!
Mettendo il denaro al posto di Dio. Idolatria!


Gesù sembra evitare d'intromettersi.
Non gli è gradito intervenire.
Rinvia ai giudici competenti il caso.
Non è, dei beni materiali, avvocato difensore!
Il Maestro insegna invece come vivere l'oggi
per garantirsi il domani.
Stoltezza dunque è mancare d'intelligenza,
esser insensati cioè scemi:
non sapere amministrare il bene o i beni
in vista anche del futuro!

Attenzione dunque. E vigilanza!
Vanità? È Inconsistenza.
Fumo, boria, vapore!

Al di là dal considerare giusta o no la spartizione di una eredità,
quello che si stigmatizza nella buona e bella notizia di oggi
è il fondare la propria vita e le proprie sicurezze
nell'accumulo dei beni materiali.

Inutile sostenersi sui miei!
La vita infatti non ha prezzo, non può essere comprata, non si baratta!
Non si vive per accumulare beni. Assolutizzarli diventa idolatria!
Di chi sarà quanto immagazzinato con tanta fatica e sudore?
Assennato invece risparmiare, per vivere domani! Affrontando gli imprevisti.

L'importante dunque nella vita
non è possedere quanto dovremo poi lasciare,
ma piuttosto far crescere il tesoro delle nostre opere buone
che ritroveremo dopo, ci precederanno aprendoci le porte del paradiso!

PREGHIERA

Pietà Signore per quanto ritengo, senza permettere d'usufruirne.
Pietà per quanto seppellisco, impedendo di far fruttificare.
Pietà di me avaro di salvezza, di senso, di motivi, di ragione.
Pietà della mia presunzione.

Pietà di me avaro di privilegi, di prestigio, di eredità da non spartire.
Pietà di me chiuso al dialogo, avaro di sorrisi, di sentimenti e di parole.
Pietà di me ingrato!

Potessi essere davvero libero da ogni forma di cupidigia, d'avarizia, d'idolatria?!
E non accumulare, non riporre sicurezza nel possesso.

Potessi non essere attaccato a cose delle quali posso fare benissimo a meno,
a tal punto da saper rinunciare a quanto mi spetta per diritto?!
Ed elargire in favore di quanti necessitano?!

Insegnami Gesù a condividere il bene che ho,
la grazia che mi hai dato, quanto produco,
ed accrescere così la mia ricchezza, il tesoro, il regno!

Scuote la mia coscienza il grido di quanti sono nati e vivono in terra arida
che non produce frutto. Possa dividere risorse con quanti sono nel bisogno.
Per una questione di giustizia, per ricambiare un po' del bene ricevuto.