Omelia (25-07-2010)
don Roberto Seregni
Insegnaci a pregare!

I discepoli non erano certo degli sprovveduti nell'esperienza della preghiera, eppure sentono il bisogno di chiedere a Gesù: "insegnaci a pregare". Sono convinto che i dodici erano profondamente colpiti dall'intensità della preghiera del Rabbì. Mi immagino i loro sguardi affascinati mentre il Maestro saliva sul monte a pregare. I dodici l'avevano intuito: da quel rapporto unico e speciale con il Padre è scaturita quell'unica preghiera insegnata dal Rabbì, che oggi la liturgia ci offre nella versione lucana.
Vorrei attirare la vostra attenzione sulla parabola che oggi la liturgia ci propone, perché ci fa entrare nell'esperienza della relazione con il Padre così come il Figlio l'ha insegnata ai suoi discepoli.
Prima di tutto bisogna dire che il personaggio centrale non è l'amico che bussa, ma quello che si alza. Il centro della parabola non è un invito all'insistenza, ma la certezza di essere ascoltati. La perseveranza, secondo il Vangelo, non è frutto di ascesi mistica o di forza di volontà, ma della certezza che il Padre ci ascolta e ci accoglie.
Ecco un atteggiamento fondamentale dello "stile" della preghiera insegnato da Gesù: pregare è stare davanti ad un Padre, ad un interlocutore amorevole, attento, disponibile. La preghiera del discepolo ha bisogno di perseveranza, di quotidianità. Le grandi abbuffate in occasioni speciali (prima degli esami, per un appuntamento importante...) servono a poco. O forse a niente.
Gesù invita alla perseveranza, a dedicare ogni giorno un tempo all'incontro con Lui e con la Sua Parola, con la certezza di essere ascoltati. Sempre.
Qualcuno si potrebbe chiedere: ma se Dio è un Padre che ci ascolta sempre, perché non otteniamo ciò che chiediamo?
La domanda è legittima e complessa, ma forse basta intuire che a volte Dio non ci dona quello che chiediamo, perché le richieste che facciamo non sono per la nostra felicità. Noi ci illudiamo e ci convinciamo che sia così, ma Dio sa bene cosa ci rende felice (ci ha creato Lui!) e cosa è solo un imbroglio. Lui ascolta, aspetta, educa il nostro cuore a desiderare e chiedere secondo le sue promesse.

Animo, fratelli! Lasciamoci plasmare dalla Parola di Gesù, impariamo da Lui a stare davanti a Dio, a fare l'esperienza della Sua presenza, a concedere spazio all'ascolto dello Spirito e a chiedere in tutta umiltà: "Signore, insegnaci a pregare!".

Buona settimana
don Roberto
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