Omelia (13-06-2010)
mons. Gianfranco Poma
Simone, a te devo parlare

Riprendiamo con la undicesima domenica del tempo ordinario, la lettura del Vangelo di Luca. Il brano che oggi leggiamo, Lc.7,36-50, ci porta nel cuore del "lieto annuncio" che l'evangelista Luca più di tutti gli altri ha colto come il messaggio nuovo che Gesù di Nazareth ha da rivelare ad ogni uomo e a tutto il mondo. "Simone, a te devo parlare", "Maestro, dì": con questo dialogo tra Gesù e il fariseo Simone, Luca esprime con evidenza quanto importi a Gesù parlare personalmente, al cuore di Simone ( e oggi al nostro), perché solo un cuore che ne fa l'esperienza può comprendere la novità sconvolgente di Gesù, l'annuncio dell'Amore del Padre che perdona gratuitamente ai figli che si affidano a Lui. Il centro del brano che oggi leggiamo è proprio questa rivelazione: l'amore che un cuore umano sperimenta e vive, è la manifestazione della forza dell'amore di Dio che per-dona gratuitamente a chi ha il coraggio di aprirsi e di confidare in Lui. L'amore di Dio non è la ricompensa per chi non ha peccato, ma è il dono gratuito per chi è cosciente della propria povertà: solo chi si lascia amare da Dio, comincia ad amare.
In un contesto nel quale Luca sottolinea tutti i dubbi che i Farisei nutrono nei riguardi di Gesù, uno di loro, Simone, lo invita a pranzo: lo ritengono un "amico dei pubblicani e dei peccatori", "un mangione e un beone". "Simone, uno dei farisei, lo invita a mangiare con lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola": tutto ci orienta a ritenere che Simone, fariseo, voglia entrare in relazione personale con Gesù, voglia verificare di persona chi è Gesù. E Gesù come è suo solito risponde senza esitazione all'invito di Simone. Ma proprio nella casa di Simone, il fariseo puro, avviene il fatto sconcertante, che rompe volutamente ogni regola di purità: entra una donna la cui reputazione e il modo in cui si comporta, permettono di identificarla immediatamente nella sua attività e quindi nel suo peccato. Ella cerca un contatto fisico con Gesù, ardito e molto sensuale: porta un vaso di olio profumato, stando ai piedi di Gesù, comincia a bagnarli di lacrime, ad asciugarli con i suoi capelli, a baciarli e a profumarli con l'olio. Il gesto tradisce l'esperienza della prostituzione a cui è dedita questa donna qualificata come peccatrice. Il suo pianto e il modo con cui si comporta istintivamente, letteralmente gettandosi su Gesù, manifestano due convinzioni che sembrano animarla in questo momento: il rimorso per la sua vita e una grande riconoscenza verso Gesù. La reazione di Simone è comprensibile: come mai Gesù, questo grande profeta, non si accorge di che razza di donna si tratti? Ma Gesù, il grande profeta, ha perfettamente capito non solo chi è questa donna, ma anche i pensieri di coloro che stanno lì attorno: potrebbe fare la morale alla donna e rimproverare gli altri per la durezza del loro cuore. Gesù invece ha una Parola da dire al cuore di Simone, una Parola che fa nuove tutte le persone che l'ascoltano.
"Un creditore aveva due debitori": immediatamente, il fariseo e la donna sono posti dalla stessa parte, due persone che ritenevano di appartenere a due mondi diversi sono dalla stessa parte: entrambi sono debitori pur essendo diverso l'ammontare del debito (ma chi dei due ha il debito più grande?). Il fariseo che si considerava puro scopre di essere lui pure peccatore. E per la donna non è indifferente sapere che anche coloro che accolgono Gesù nella loro casa, sono peccatori.
E la Parola di Gesù diventa sempre più rivelatrice e nuova: "Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due". Gesù ci svela il modo di Dio di guardare e di rapportarsi con gli uomini: Dio guarda con amore alla fragilità degli uomini. Nessuno uomo può porsi di fronte a Dio come "giusto e puro": l'amore di Dio è gratuito, è Lui solo che colma l'abisso della povertà dell'uomo.
La lezione vale soprattutto per Simone, il fariseo: è lui che scopre anzitutto di essere peccatore, perché Gesù gli svela in realtà un senso nuovo del peccato, e scopre che il perdono di Dio non è "un merito" che egli si è conquistato con le sue opere. Il vero peccato è in realtà il senso di autosufficienza del fariseo, è il credere di poter bastare a se stesso perché osserva la legge e il porsi davanti a Dio rivendicando il proprio merito. Il vero peccato è il non sentire il bisogno di essere perdonato gratuitamente, di essere amato di un amore talmente profondo da poter far risorgere la persona umana.
La peccatrice è perfettamente cosciente di tutto questo: per questo non chiede nulla a Gesù, solo esprime l'amore per Lui perché prima si è lasciata amare da Lui.
Per questo Gesù si rivolge a Simone: "Chi dei due lo amerà di più?". Simone non può che ammettere l'evidenza: egli riconosce così la propria situazione (è quello che ama di meno) e la situazione della donna (è quella che ama di più). I ruoli si sono capovolti, ma Gesù ha fatto in modo che gli interessati lo riconoscano. E Gesù si ferma a sottolineare la conclusione di Simone: i gesti di amore della donna sottolineano in modo crudele l'assenza di quelli di Simone. La dimostrazione è evidente: "Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato: ma colui al quale è perdonato poco, ama poco" La peccatrice ha compiuto meravigliosi gesti di amore perché ha lasciato che l'amore gratuito di Dio la raggiungesse nel profondo della propria umanità. Chi crede di essere perfetto e di non aver bisogno del perdono di Dio, chi è chiuso nella propria presunzione ha ben poco da accogliere da Dio e di conseguenza non gustando il suo amore non diventa capace di amare.
E' questa la grande Parola di Gesù, il suo "lieto messaggio": la gratuità dell'Amore del Padre offerta alla fragilità della persona umana, proprio quando si sente tale, fa nuova la vita dell'uomo. Chi non mettendo maschere, liberandosi dalla presunzione ipocrita di autosufficienza si lascia inondare dall'Amore del Padre, entra in rapporto filiale con Lui, lo ama e comincia ad amare i fratelli.
La peccatrice ha creduto, ha gustato, ha iniziato una vita nuova. Lo avrà capito Simone e gli altri ben pensanti che gli stanno attorno?