Omelia (02-05-2010)
padre Gian Franco Scarpitta
Il criterio di credibilità

Listra, Iconio, Antiochie e poi in Pisidia e in Panfilia. Così Paolo e Barnaba eseguono la missione loro conferita, in circostanze differenti l'uno dall'altro, da parte del Signore: annunciano la Parola e confermano nella fede i fratelli in un primo momento ammessi alla fede tramite il battesimo. Si può anche supporre che questa confermazione sia la stessa che si conferisce tutt'oggi con l'invocazione ulteriore dello Spirito Santo su coloro che ricevono la Cresima: Dio conferma nella fede i battezzati per mezzo del ministero degli apostoli e li esorta a perseverare nella fedeltà a Dio, contro ogni intemperie e difficoltà. La missione di Paolo e Barnaba è il riflesso dell'intera Chiesa che man mano che aggrega sempre più nuovi elementi a sé, afferma se stessa come realtà di salvezza istituita da Cristo, testimonia agli uomini la verità del Risorto e comunica a tutti le meraviglie di Dio per apportare la novità di vita del Regno. Dopo l'ascensione del Signore si attualizza infatti il "tempo della Chiesa", cioè l'opera di annuncio, di evangelizzazione e di salvezza che si protrae fino alla fine del tempi. Ma la Chiesa non agisce come istituzione umana o come società per azioni: in tal caso la sua sussistenza non potrebbe mai essere duratura perché non sarebbe una realtà diversa dalle altre strutture associate che sussistono nel mondo; sarebbe paragonabile a uno dei tanti gruppi o movimenti di impronta politica, culturale e anche filantropica. E' invece in forza dello Spirito Santo effuso il giorno di Pentecoste che la Chiesa trova il suo sprone nella comunione e nell'annuncio, animata dallo stesso Spirito che la sostiene e la spinge alla missione di salvezza. Si tratta dello Spirito che il Signore Gesù Cristo aveva promesso come Spirito di verità e di testimonianza, che avrebbe preso del suo e lo avrebbe dato agli apostoli illuminandoli intorno alla verità, quindi lo Spirito che conduce alla verità nella testimonianza del Risorto.
In forza dello Spirito, Cristo stesso agisce nella persona degli apostoli, secondo la promessa affermata che sarebbe rimasto "con loro" fino alla fine del mondo. Lo stesso Cristo, che sempre in virtù dello Spirito concede alla Chiesa anche dei motivi di credibilità e ogni sorta di dono per cui gli apostoli possono essere da tutti resi oggetto di attenzione e di fiducia. Per esempio egli ispira loro il famoso "comandamento nuovo": "Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi." Da questo riconosceranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri" Un monito abbastanza categorico e apodittico, che trova il suo commento non in una delucidazione dettagliata o in una catechesi o omelia illuminante e esaustiva, ma semplicemente in un atto concreto che lo stesso Signore aveva eseguito ancor prima di pronunciare i moniti suddetti: la lavanda dei piedi. Questo atto di servile sottomissione da parte di Gesù, commentato dalle parole del comandamento nuovo è stato illuminante per gli apostoli perché espressivo di quanto l'amore debba essere reale, concreto e disinteressato non perché scaturisce da impostazioni di pensiero ma perché è amore puramente divino che ha raggiunto noi per primi prima di renderci missionari. Se è vero che la rivelazione di Dio avviene tramite parole e atti strettamente congiunti in modo che le azioni significhino le parole e i termini diano la spiegazione delle opere (Dei Verbum, 2), le parole di Gesù accompagnano sempre atti di misericordia e di bontà e avviene così, chiara e convincente, la rivelazione definitiva di Dio in Cristo, quella che ci da la certezza effettiva di un Dio che ci ama e vuole che rimaniamo nel suo amore amandoci mutuamente gli uni gli altri. E questo sarà il contrassegno della cristianità, unica possibilità di esercizio coerente della missione ab extra e unica garanzia di coinvolgimento dei destinatari dell'annuncio. Il grande teologo Congar, visibilmente innamorato della Chiesa, auspicava per essa un serio rinnovamento che optasse per il ritorno alle origini cioè per il primato della Parola e della carità, e auspicava nella Chiesa un rinnovamento nell'ottica del dialogo, del servizio e della carità che avesse come punto di partenza l'esempio concreto di Cristo che è venuto per servire e non per essere servito. Auspicava che tale disposizione al servizio umile e disinteressato riguardasse soprattutto i ministri ordinati.
La CHiesa annuncia la Parola, testimonia il Risorto, comunica annunciando medainte la formazione e la catechesi, ma tutte queste parole non possono prescindere dagli atti che ne spieghino il significato, atti di amore concreto e disinteressato che possa entusiasmare chi ci vede da fuori; azioni di concretezza di carità che scaturiscono da un cuore sincero e da una fede ardente per la quale ci sentiamo spronati verso gli altri perché siamo stati amati da Dio. E' in forza dell'amore che abbiamo ricevuto, infatti, che noi ci rendiamo testimoni di vera vita evangelica a tutti coloro che incontriamo sulla nostra strada, ma innanzitutto ai nostri fratelli più vicini.
Il monito di Gesù è quanto mai attuale in una Chiesa ancora divisa e intrisa di fazioni e di divisioni ancche nell'ambito della gerarchia. Lo Spirito Santo, che è stato effuso nei nostri cuori oltre che negli apostoli, va ancora invocato per una strada da percorrere ancora lungamente.
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