Omelia (30-10-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
"Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen."

Come vivere questa Parola?
Nei primi otto capitoli della lettera ai Romani, Paolo aveva presentato il piano della salvezza che riguarda tutti i credenti in Cristo. Qui invece con acuto dolore si sofferma a considerare il fatto che Israele, il popolo eletto da Dio, sembra restare ermeticamente chiuso a Cristo.
Nella nostre pericope, Paolo, egli stesso figlio di Israele e, da buon fariseo preparatissimo nella conoscenza delle Scritture, mette a fuoco le inestimabili ricchezze di questo popolo: l'adozione a figli di Dio anzitutto e poi quell'alleanza (patto di fedeltà nuziale) più volte stretto da Dio col suo popolo, quella legge data a Mosè sul monte Sinai per tutelare il cammino spirituale d'Israele in modo che, fuori da sbandamenti, potesse sapere bene qual è il cammino della vera vita. Anche le accurate indicazioni circa il culto solenne (esteriore nel tempio e interiore nelle profondità del cuore) le radiose promesse circa la venuta del Messia e i Patriarchi che con la loro vita intemerata le hanno tenute accese. Tutta questa ricchezza di storia di memorie e di carismi Paolo ha ben desta in cuore. E il suo dolore è questo: perché quel Cristo Gesù che viene da così sante radici, colui per cui tutto è stato fatto, non è riconosciuto per quello che è, anzi è rifiutato?

Nella mia pausa contemplativa posso dare spazio all'atteggiamento di Paolo. C'è dolore in lui, ma non recriminazione condanna giudizi malevoli critiche amare. Desidera perfino di essere "anatema" per loro. Davvero l'apostolo vive quanto annuncia: la carità copre tutto, sopporta tutto e non cessa di sperare. È così il mio comportamento nei riguardi dei ?lontani', di quanti pensano e sentono diversamente da me?

Signore, dammi un cuore largo, profondo e comprensivo. Che io non mi lasci irretire in confusione di idee circa la mia fede cristiana, ma non stia a sparare giudizi e condanne a chi non è sulla mia barca.

La voce del superiore generale dei frati minori
Quello di cui oggi abbiamo maggiormente bisogno è il dialogo (con le altre religioni), nella chiarezza della propria identità.
José Rodriguez Carballo