Omelia (18-10-2009)
don Giovanni Berti
Sei di destra o di sinistra?

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NOOOO!!
Anche nel Vangelo si inizia a discutere di chi sta a destra e chi a sinistra! Non è possibile che anche a messa si debba di nuovo assistere ad un opposizione di schieramenti...
E chi dei due figli di Zebedeo starà a destra e chi a sinistra? Giacomo è di destra e Giovanni di sinistra?
...
Forse sto facendo un po' di confusione e sono troppo condizionato da quello che succede in questi tempi nella politica e di cui siamo continuamente bombardati dai media. Quando sento parlare di stare a destra o sinistra subito mi scatta il pensiero "ma chi dei due figli di Zebedeo è comunista o chi fascista?", anche se a quel tempo queste due parole non avevano alcun significato.
Ma forse è lo stesso Gesù, nelle parole che seguono, ad autorizzarmi a leggere questo Vangelo con un filtro di attualità. In fondo i due fratelli che rivolgono a Gesù questa richiesta, hanno in mente un posto "nella gloria". Hanno in mente il potere e la posizione in alto. E mi vien da sospettare che hanno in mente una gloria e un potere più della terra che del paradiso.
L'evangelista Marco riporta nel suo racconto l'indignazione degli altri discepoli, che pensano che la domanda fatta da questi due loro compagni è davvero meschina.
Anche a noi sembra una domanda davvero poco appropriata per coloro che vogliono essere discepoli di Gesù. Sembra infatti che l'insegnamento di questa pagina di Vangelo sia nel non avere aspirazioni al potere e alla grandezza umana...
Ma Gesù, se leggiamo bene quel che dice, non condanna l'aspirazione dei due fratelli, ma ne precisa il metodo secondo quella che è la vera logica del discepolo.
"Chi vuol essere grande...." e "chi vuole essere primo...", per Gesù sono normali aspirazioni umane che non vanno rinnegate e condannate. Anzi è proprio nel desiderio di grandezza e di esser i primi che il Vangelo trova il terreno giusto per piantarsi. Credo che nessuno di noi voglia esser ultimo e inutile. Non penso sia sano non avere alcuna aspirazione di realizzare la propria vita. Credo anche che tutti, in un modo o nell'altro, abbiamo il desiderio di primeggiare in qualcosa. Senza desiderio di crescita e senza desiderio di avere di più nella vita, saremmo degli insanabili depressi e tristi, e staremmo seduti ad aspettare la fine della vita senza fare nulla.
La questione non è dunque sul desiderio di grandezza, ma su come ottenerla.
Se pensiamo che la grandezza venga dal potere che schiaccia il prossimo, allora siamo fuori dal Vangelo e siamo opposti alla logica di Gesù. Ma se invece cerchiamo la via della grandezza e della realizzazione di noi stessi nel servizio del prossimo e nell'amare anche con il dono della vita, allora siamo nella scia di Gesù, il quale ha insegnato questa strada con la parole e con l'esempio.
Non è dunque un male voler esser i primi, basta che diventiamo primi a perdonare, primi ad accorgerci di chi sta male, primi nel dare una mano a chi ne ha bisogno, primi a non vendicarci... E questo non ci mette accanto a Gesù, alla sua destra o sua sinistra, ma ci mette "in" Gesù, ci fa essere come lui.
Destra o sinistra? L'accenno che Gesù fa del modo di ragionare e di operare dei potenti della terra, ci fa sentire come il problema del potere umano nei secoli ha cambiato i protagonisti, ma è sempre lo stesso e non si è ancora risolto.
Verrebbe da dire che cambiano gli attori e il teatro, ma la commedia (o il dramma) del potere umano è sempre quello.
Voglio però credere che sia possibile una via diversa che porta a cambiare la politica, senza cadere nella sfiducia e nel disimpegno.
A questo punto mi fa davvero riflettere lo slogan scelto dalla Chiesa Italiana per il mese missionario di ottobre: "Vangelo senza confini". I confini richiamano divisione, contrapposizione, lotta e guerra. Un confine indica anche una barriera che mi impedisce di muovermi verso l'altro e impedisce a chi sta dall'altra parte di venire da me.
Il Vangelo invece mi fa vedere l'altro come persona da amare e che può amare me, e questo mi basta. Il Vangelo mi aiuta a superare il confine che fa dell'altro un italiano o uno straniero, uno di destra o uno di sinistra, un povero o un ricco... Qualsiasi sia la sua condizione politica, sociale o economica, per me rimane un fratello.
Il Vangelo dunque non ha confini, il cristiano vero non ha confini, e se ci sono li supera.

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