Omelia (06-09-2009)
padre Paul Devreux


Gesù sta evangelizzando i lontani, e gli portano un sordomuto. Chi riesce a portare una persona bisognosa da Gesù, è un buon evangelizzatore.
Per aiutarlo, Gesù deve guadagnare la sua fiducia e deve creare il contesto giusto. Per questo lo allontana dalla folla dei curiosi, un po' come quando ci invita ad andare nel deserto per poterlo incontrare. A questo servono oggi le chiese, i santuari, i boschi e tutti i luoghi dove posso fermarmi.
Solo dopo Gesù può cominciare a comunicare con lui, partendo dalle sue sofferenze, e per farlo Gesù usa il linguaggio dei gesti. Toccando le orecchie e la lingua gli tocca il cuore della sua sofferenza. Solo dopo alza gli occhi al cielo e prega affinché guarisca.
Questa guarigione di Gesù è importante quanto quella della moltiplicazione dei pani, perché, come dice la gente, è segno che è in grado di fare bene tutte le cose, ma principalmente che è in grado di aiutarci ad ascoltare. Questo era per loro un segno messianico.
Ma questo è importante anche oggi per noi. Moltissime sofferenze, ingiustizie e anche malattie sono dovute alla nostra incapacità di ascoltare (parola ripetuta 1100 volte nella Bibbia). Direi anche che l'essere povero o ricco dipende molto dalla nostra capacità di ascoltare e di parlare.
Sono un dono grandissimo, che ci viene dagli altri che parlandoci ed esprimendoci i loro ragionamenti ci insegnano a parlare anche noi e a poter dire la nostra e questo è un processo di apprendimento che comincia da bambini e che non finisce mai.
Oggi, se i vescovi raccomandano di fare gruppi di ascolto della parola durante la settimana, oltre alla messa festiva, è proprio perché sono occasioni per conoscere meglio Gesù e per imparare a comunicare, come lo faceva lui che era un maestro di vita e di comunicazione.
Il più grosso miracolo che il Signore possa fare rimane quello di aprirci, di renderci disponibili all'ascolto della sua parola, ricordando che ascoltare nel linguaggio biblico significa capire e saper mettere in pratica il consiglio, perché la sordità è fonte di isolamento, di povertà e di malattie. Pensate, per fare un esempio semplice, a chi non riesce a smettere di fumare pur sapendo che fa male. E' un esempio banale che fa capire che la sordità non è un semplice problema di udito, ma riguarda la capacità di mettere in pratica ciò che capisco. A questo concetto possiamo associare tutti i comandamenti e principalmente quello dell'amore.
Signore donaci di cogliere ogni possibilità di ascoltare e di imparare come dono prezioso.