Omelia (30-11-2008)
padre Paul Devreux


Oggi comincia un nuovo anno liturgico durante il quale leggeremo il vangelo di Marco. Comincia con l?Avvento, che è un tempo bellissimo per chi cerca il Signore, per il cuore che si riconosce povero e bisognoso della sua presenza.

La sua venuta è importante perché di Dio sappiamo ben poco e, per questo motivo, l?uomo da sempre bisognoso di Dio, ha avuto tendenza ad inventarselo; da qui le tante religioni che sono esistite e che tuttora esistono. I cristiani sono coloro che hanno creduto alla rivelazione che Gesù ha fatto.

Già Isaia, che cerca di riportare una speranza al suo popolo esiliato, prega dicendogli: ?Se tu squarciassi i cieli e scendessi!?, perché se non è lui a scendere e a farsi conoscere in qualche modo, noi rimaniamo prigionieri di un Dio che ci inventiamo.

Nel Vangelo Gesù ci fa un'unica ma ripetuta raccomandazione: Vegliate! Raccomandazione che ripete tre volte.

Vegliare per essere pronti ad aprire la porta e lasciare entrare il padrone di casa, manifestando così un interesse per la sua venuta, perché nell?avvento c?è una duplice tensione: quella dell?innamorato che desidera venire, e quella dell?amata, prigioniera del suo mondo, che aspetta la venuta del suo Salvatore. Non si tratta di vegliare per paura, come fa la sentinella che teme il nemico, ma come un povero che aspetta una buona notizia.

Marco insiste sul concetto di vegliare, perché nella sua comunità alcuni si erano già stancati di aspettare l?avvento del Signore, che associavano alla fine del mondo. Oggi pochi credono o sperano in una parusia prossima e quelli che l?annunciano danno l?idea che non amano questo mondo, contrariamente a nostro Signore.

Io aspetto la venuta del Signore nella mia vita e nella vita delle persone per cui prego, perché ho sperimentato che è la cosa più interessante, bella e utile che ci possa capitare. E? il regalo che più di tutti può cambiare la mia giornata. Spero anche che l?uomo possa continuare a fare quest?esperienza per migliaia di anni.

E? bella l?immagine di padre Gian Franco Scarpitta, che dice che l?atteggiamento di chi vive l?avvento deve essere come l?attesa di un regalo da parte di un bambino, e anche il fatto che questo regalo cambia la vita, come la bicicletta amplia l?orizzonte e la voglia di vivere di un ragazzo.