Omelia (30-11-2008)
Omelie.org (bambini)


Che cosa affascinante è il tempo... mese dopo mese è trascorso un altro anno e oggi comincia un nuovo Avvento!
Di nuovo la Chiesa ci regala queste quattro settimane preziose e piene di gioia, per prepararci ad accogliere il Signore Gesù.
Avvento significa appunto venuta: e in questo arco di tempo celebriamo proprio la certezza della venuta del Maestro e Signore, che è già venuto e che ancora verrà.
È già venuto, 2008 anni fa, quando è nato da Maria, a Betlemme, ed ha poi vissuto uomo tra gli uomini, fino alla morte in Croce.
Ma siccome la morte non l?ha annientato, anzi: è Lui che ha sconfitto la morte per sempre, sappiamo che ci sarà un?altra venuta, sappiamo che tornerà ancora, alla fine del tempo, per dare inizio ai Cieli nuovi e alla Terra nuova.
E intanto che attendiamo il Suo ritorno, nella certezza che il Signore verrà, ci chiediamo: come dobbiamo aspettare Gesù?
Potremmo far finta di niente e dirci: ?Vabbè... quando arriva, arriva... tanto che cambia??
Oppure potremmo aspettarlo con preoccupazione: ?E se quando poi arriva, ci rimprovera?... se non è contento di noi?... se è arrabbiato??
Potremmo aspettarlo con così tanta ansia, da non vivere sereni: ?Sarà oggi?... sarà più tardi?... sarà domani? Quanto tempo ci resta per preparare tutto?...?
Potremmo anche aspettarlo un po? scocciati: ?Uffa', ma quand?è che viene?... da tanti secoli lo aspettano gli uomini di ogni epoca, e ancora non è venuto? Ma insomma, mantiene o no le sue promesse??
Mi auguro che tutti possiamo aspettarlo nella pace e nella gioia: vivendo ogni giorno nell?amore, possiamo essere sicuri che quando Lui arriverà saremo pronti a entrare nella festa senza fine!
Però, per non avere dubbi o incertezze, la Parola di Dio di questo Avvento è molto generosa e, domenica dopo domenica ci regala una parola da portare con noi e viverla fino in fondo durante la settimana che ci sta davanti: così saremo sicuri di star aspettando Gesù nel modo migliore.
Cerchiamo, allora, qual è la parola che il Vangelo ci offre in questa settimana.
L?evangelista Marco ci riferisce una parabola che il Maestro Gesù racconta ai suoi discepoli. Tutti quanti erano molto impazienti, infatti, di sapere subito quand?è che il Signore sarebbe ritornato. Volevano una data precisa, per stare tranquilli.
Ma il Rabbi di Nazareth, invece di prendere il calendario e dare loro la risposta che tanto desiderano, preferisce rispondere con una parabola.
Racconta così di un uomo che è partito per un viaggio, lasciando la sua casa e le sue proprietà in mano ai servitori; affidando a ciascuno un compito ben preciso e ordinando al portiere di fare buona guardia.
È partito, quest?uomo, assicurando che ritornerà. Ma non ha detto quando.
I suoi servitori non sanno quando lui farà ritorno: se arriverà alla sera o in piena notte; se all?alba o nella mattinata...
Non è questo che conta: se ciascuno compie bene il dovere che il padrone gli ha affidato, può essere certo che non avrà alcun problema, qualunque sia l?ora del ritorno del Signore.
Questa parabola di Gesù andava bene per tutti gli impazienti del suo tempo, certamente, ma ha parecchie cose da suggerire anche a noi.
Il padrone che è partito per il lungo viaggio, è Gesù stesso; e la sua casa, questa casa che ha affidato ai suoi servi, è il mondo intero!
Quindi siamo noi i servi a cui il padrone affida tutte le sue ricchezze: Dio ha messo il mondo nelle nostre mani e questo significa che si fida davvero tanto di noi!
Voi chiedereste a una persona di cui non vi fidate, di prendersi cura di qualcosa a cui tenete moltissimo? No di certo!
Perciò possiamo subito rallegrarci al pensiero che il Maestro e Signore si fida tanto di noi, così tanto fino al punto da consegnarci la cosa più bella che c?è: il mondo intero creato dall?amore del Padre.
Non so se è così anche per voi, ma a me piace molto il tono del racconto: anche se l?assenza del padrone di casa può sembrare molto, molto lunga, lui stesso ha avvisato che ritornerà. E questa certezza del suo ritorno sembra profumare ogni parola della parabola.
Sappiamo che Gesù usa la parabola per parlare di se stesso, per cui è davvero bello poter ripetere a noi stessi: ?Non è partito per sempre: tornerà!?
E se questo ce lo garantisce il Maestro e Signore, non possiamo avere dubbi!
C?è poi un altro particolare della parabola che mi piace tanto: il padrone, prima di partire, ?ha dato a ciascuno il suo compito?. Non ha lasciato delle indicazioni vaghe, come per esempio: ?Abbiate cura delle mie cose... mi raccomando...? e nulla di preciso! No, no, non così: ognuno ha ricevuto un incarico secondo le sue capacità.
Il Signore sa bene che non siamo tutti identici, perciò non ci chiama a svolgere tutti lo stesso compito. Piuttosto, ci fa capire che ognuno ha il suo compito specifico, il suo contributo da dare e nessun altro lo può fare al posto suo!
Infine, c?è l?ultima parte della parabola: vegliate ? dice Gesù ? perché ?non sapete quando il padrone di casa ritornerà?.
Già... anche noi, come i discepoli, tante volte vorremo proprio saperlo: quando ritornerai Signore?
Sarebbe bello conoscere il giorno del suo ritorno! Non vediamo l?ora di incontrare Gesù, di stare con Lui, di entrare nella festa del mondo completamente rinnovato dall?amore!
Ma non sappiamo quando accadrà: potrebbe essere domani oppure tra molti anni.
Per questo la parabola ci ripete più volte: ?Vegliate!?
Che vuol dire vegliare? Questa parola significa proprio: ?stare svegli?.
Ci sono volte che restiamo svegli perché siamo pieni di pensieri, di pensieri tristi o di pensieri preoccupanti... perché ci girano in testa domande, o perché il giorno dopo c?è una verifica a scuola...
Ci sono volte che rimaniamo svegli per la troppa felicità: per esempio prima di partire per una gita, prima dell?arrivo di una persona cara che aspettiamo da tanto, prima del nostro compleanno...
Ma il Maestro Gesù non ci sta chiedendo di non dormire la notte, per aspettare Lui!
?Vegliate!?: questa parola significa anche: ?state attenti! Tenete gli occhi ben aperti!?
Ed è proprio questo l?invito che ci sentiamo rivolgere dal Signore per vivere bene la prima settimana di Avvento: state attenti! Tenete gli occhi ben aperti!
Sì, Gesù! vogliamo tenere gli occhi aperti! Vogliamo essere attenti!
Vogliamo essere attenti a quello che succede intorno a noi: a casa, a scuola, in Oratorio, in palestra, tra amici...
Vogliamo essere attenti alle persone che abbiamo vicino: attenti alle loro parole, ai loro desideri, alla loro tristezza, alla loro solitudine, al loro bisogno di aiuto...
Vogliamo essere attenti a non lasciar scivolare via neppure un?occasione per vivere secondo il cuore di Dio.
Questo sarà il modo migliore per svolgere il compito d?amore che Lui, padrone del mondo, ci ha affidato.
Questo sarà il modo migliore di aspettare la Sua venuta.

Commento a cura di Daniela de Simeis