Omelia (14-09-2008)
don Nazareno Galullo (giovani)
Testa o Croce?

Oggi sei una croce! Mamma mia che croce! Tutto è una croce in questa città!
Sono espressioni che usiamo spesso. Sì, perché la croce, diciamoci la verità, dà fastidio. La croce è tortura, è morte, è tristezza.
Ma che la Chiesa si è ammattita facendo una festa della Esaltazione della Croce?
No, amici, non si è ammattita. È la Croce ciò che ci contraddistingue come cristiani. La croce è il nostro simbolo, la nostra vita, perché esprime non solo la morte, ma anche la Risurrezione di Gesù.
Lui, lassopra ha dominato, ha vinto la morte, ha dato uno schiaffo morale a quanti lo volevano morto. Morto perché diceva, faceva e soprattutto ERA la verità.
Non abbiamo paura della croce. Piuttosto ci fa paura tanto silenzio che tradisce una mentalità falsa, ci dovrebbe far più paura il silenzio dei giusti...che sono conniventi (cioè complici) con le cose brutte e storte di questo mondo. Anche se queste cose brutte le si fa passare per belle.
Miss Italia, Grande Fratello e Isola dei Famosi....sembrano le cose più importanti, stando a quel che dà la TV.
E invece....creano una mentalità anche in noi: che se si appare si diventa importanti. Se si è come gli altri...si è importanti. Se si ha successo si è qualcuno.
La croce non è stato il successo di Gesù. La croce non è stata mai fonte di guadagno né di pubblicità per Gesù. La croce è stata lo scandalo, la cosa da eliminare, la cosa su cui era meglio non predicare. Eppure non è stato così. San Paolo parla della croce, tutti gli evangelisti parlano della croce, tutti i primi cristiani e predicatori (i Padri della Chiesa) non hanno vergogna di parlare della croce.
Qualche volta i giovani...hanno vergogna di essere cristiani. Sì, perché hanno vergogna di dire con la propria vita che la croce è il loro strumento di vittoria. È vero che la portano al collo...ma solo al collo non basta. Bisogna portarla con la vita.
Non dico di più. Dico solo che la croce è la nostra vita, il nostro simbolo per eccellenza, che ci parla più di ogni altra cosa di Gesù, crocifisso e risorto, davanti a cui ogni ginocchio deve piegarsi, nei cieli, sulla terra e sotto terra.
Ciao
P.S.: chiedo umilmente perdono a quanti ho offeso o fatto del male, volontariamente o involontariamente, diventando io una croce.
Naza