Omelia (20-04-2008)
padre Mimmo Castiglione
v(ia)v(erità)v(ita)[email protected]!

Discorso d'addio. Il Maestro se ne va!
Ed a Pietro che aveva promesso fedeltà,
Gesù anticipa il suo rinnegamento.
Nel cuore dei discepoli scende la tristezza.
Gesù raccomanda loro di non aver paura, di non temere.
Non cedere al turbamento.
Continuare ad avere fiducia in lui, che tornerà.
Per ora va, per preparare un posto in paradiso.
Perché i suoi discepoli siano poi con lui per sempre.
Ma prima deve recarsi nella dimora,
casa di santità del Padre fatta di tante abitazioni,
perché emerga ancora una volta la strada in mezzo al mare.
Lui stesso è la Via per entrare nel Regno di Dio
ed accedere alla rivelazione della Verità del Padre,
e per mezzo suo essere in comunione con la Vita.
E poter cantare un'altra volta il cantico nuovo
per la sconfitta della morte e del male.

Il Maestro dice tutte queste cose
proprio nel momento in cui ci s'allontana.
Continua ad educare nel tempo in cui s'abbandona,
si trasforma e si tramanda, si rinnega e si tradisce.
Incoraggiando intanto a non dubitare.

In Tommaso (Didimo il gemello,
che aveva protestato fedeltà facendo l'eroe
ma ora insicuro nella via della fiducia),
s'identificano quanti aspirano a verificare e non sempre comprendono.

In Filippo (l'amico dei cavalli,
chiamato dal Maestro gli aveva condotto Natanaele,
interpellato sul pane,
intermediario del desiderio dei greci di vedere Gesù,
ora è lui a domandare di vedere il Padre)
discepolo ed apostolo, uno dei Dodici e non dei Sette,
s'immedesimano quanti desiderano vedere Dio
senza passare prima per la fede.

Mi ascolto. Sento tristezza anch'io.
Ogni volta la stessa storia: sul più bello,
quando sembra che tutto vada bene e non c'è nulla di cui preoccuparsi,
senza ansie ne paure, ecco che arriva la brutta notizia!
Non c'è da stare allegri! Di nuovo soli, con la paura in corpo.
Invece di pace c'è guerra nel mio cuore. Io sempre inquieto, turbato.
Vivo nel timore per la solitudine.
Provo rabbia per l'assurdo che tutto finisca, nella paura che la vita m'abbandoni,
che gli altri m'abbandonino, che la morte mi rubi il futuro.


PREGHIERA

Gesù m'inviti a non temere. Non ho fede abbastanza per aver coraggio.
Il senso di abbandono mi perseguita e m'attanaglia:
paura che gli altri si stanchino del mio limite e se ne vadano,
anche tu che te ne vai... come aver pace e rallegrarmi?

Gesù, il tuo Spirito m'insegni ad ascoltare la tua parola
per averti sempre con me e non seguire altre strade,
non ascoltare altre verità illusorie per trovare facilmente la vita.
Mi rendo conto d'amarti così poco: non ti ascolto abbastanza,
non osservo ciò che mi consigli, e poi mi lamento per l'abbandono,
la solitudine e l'inquietudine che vivo!

Necessità ha voluto la tua morte, Gesù, per dimostrarmi che esiste un paradiso,
che c'è un Padre da ritrovare, un posto da riempire.
Già, un posto che per me è preparato.
Che prezzo, Signore Gesù, hai dovuto pagare alla realtà!
Dura la realtà. Inutile ribellarsi. Comunque sconfitti.
Potremo mai rassegnarci?
Dovevi proprio morire, Gesù, per essere con me sempre?
Signore, tu sei con me sempre?
Non ho abbastanza fiducia per accogliere nel cuore questa tua buona notizia.
Eppure, Gesù, tu mi prometti pace in mezzo a tanto tormento.
Una pace che non è il risultato dei miei sforzi,
di tecniche della mente umana, di calcoli o strategie diplomatiche,
ma che è frutto unicamente della tua comunione con me.
Come fare Maestro Gesù, per essere sempre in intimità con te?
Signore, aumenta la fiducia nella tua parola!


Tu l'accesso l'uscio, la via
per entrare nella tuo alloggio, nella tua dimora, luogo di gloria,
per sapere la visione esatta della realtà, capire la verità delle cose.

Anelito dell'uomo non è forse il vedere?
Lasciarsi illuminare non è forse vivere avendo una ragione?

Comprendere non è forse il più grande bisogno del mio cuore?
Conoscerti Maestro per sapere il Padre in me ed io in Te
non è forse il senso dei miei giorni?

Invia ancora lo Spirito che aleggia forte nei dintorni!
Perché i tuoi "sette segni" si moltiplichino all'infinito.