Omelia (26-12-2007)
Messa Meditazione
Primizia di persecuzione

Ogni anno ci sorprendiamo che alla dolcezza del giorno di Natale segua il colore rosso sangue del primo Martire, Stefano, accostando così la primizia della nuova nascita con la primizia del martirio. La liturgia della Chiesa è realista e dà spazio a tutte le umane espressioni, senza lasciarci indulgere a forme di sentimentalismo. La vicenda di gioia e di dolore espressa nella vita di Gesù continua nella storia della Chiesa e dei suoi testimoni; dopo averla letta nel Vangelo, la vediamo riflessa nei suoi discepoli e seguaci.

Santo Stefano è il primo notevole rappresentante di un cristianesimo vissuto. Primizia del fuoco della Pentecoste, egli rappresenta la novità del cristianesimo che si propone in un ambiente. "Pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo". Possiamo ben pensare all'azione di carità, della quale gli apostoli avevano incaricato i sette diaconi, e all'energia e chiarezza della parola. I suoi oppositori 'non riuscivano a resistere alla sua sapienza ispirata'; la sua parola, che annuncia un fatto presente, non può essere sconfessata; quindi non resta che abolirla. In che modo? I suoi oppositori evitano di ascoltarla turandosi le orecchie. E subito la eliminano con la violenza. Nel martirio, Stefano è ancora immagine di Gesù: si affida a Lui come Gesù si consegna al Padre, e perdona i suoi uccisori.
Il destino di Gesù si riflette in quello dei discepoli e dell'intera Chiesa. Se il cristianesimo fosse soltanto parola, discorso, ragionamento, si potrebbe continuare a dialettizzare con esso in mille discussioni, dibattiti, discorsi su giornali e libri. Se il cristianesimo fosse soltanto una dottrina morale, si potrebbe contraddirlo con un'altra forma di comportamento. Ma se il cristianesimo è un fatto, cioè Cristo presente, allora l'unico modo reale di contraddirlo, è di eliminarlo. Per questo Gesù è stato crocifisso e ucciso, e per questo il cristianesimo viene perseguitato in coloro che seguono il Signore. La persecuzione dei cristiani viene attuata in modo palese e cruento in molti paesi dell'Asia e dell'Africa. Nei paesi occidentali si tenta di ridurre la fede cristiana all'ambito della coscienza e la si contrasta con tante forme di irrisione. La serena fortezza di Santo Stefano e di tanti martiri nel corso della storia della Chiesa, è garanzia che la fede cristiana può rinascere in ogni tempo e in ogni luogo proprio dal sangue dei martiri.

Conservaci la fede e donaci l'energia della testimonianza, o Signore, perché la fede cristiana non si riduca a un'idea o a un sentimento, ma si esprima come fatto visibile nella nostra esistenza.

E' facile la tentazione di arretrare di fronte a forme di opposizione alla presenza cristiana, espresse con parole o con fatti. Chiedo al Signore la nobile e precisa energia di Stefano nel continuare a testimoniare la fede.

Commento a cura di don Angelo Busetto

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