LA CHIESA

      


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LITURGIA

> 2 Settembre 2017 <

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(es. Mt 28,1-20):
Per parola:



  Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
DO216 ;
Per i suoi cristiani di Tessalonica Paolo dimostra grande stima. Non si atteggia infatti a maestro, si dimostra convinto che hanno un Maestro ben più valido di lui, Dio stesso : "Voi siete dice "insegnati" da Dio". Leggiamo: "Riguardo all'amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti "siete insegnati" da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo voi fate".
Qui troviamo l'adempimento della promessa della nuova alleanza. Geremia, in un tempo di catastrofe tremenda, aveva annunciato che Dio voleva stabilire un'alleanza nuova, non come l'alleanza del Sinai, nella quale le leggi erano scritte sulla pietra e non cambiavano niente nel cuore dell'uomo, ma un'alleanza in cui Dio avrebbe scritto le sue leggi nel "cuore", all'interno dell'uomo, per trasformare il suo cuore.
La nuova alleanza è stata stabilita in effetti da Gesù quando, presentando il calice del vino nell'Ultima cena disse: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue". I Tessalonicesi sono entrati nella nuova alleanza e perciò sono "insegnati" da Dio ad amare, ad amarsi gli uni gli altri. L'insegnamento divino qui non riguarda una serie di verità da credere; riguarda invece un impegno di vita, riguarda la cosa più importante: l'amore. Siamo creati per amare, e la cosa più importante per ciascuno di noi è trovare la sua forma di amore generoso, che gli viene insegnato da Dio. Un insegnamento che non è soltanto teorico, ma che è efficace. Quando Dio insegna nel cuore, l'azione segue: "Questo voi fate scrive san Paolo verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia". I Tessalonicesi sono animati dalla carità divina e non hanno quindi bisogno di una esortazione speciale. Al tempo di Geremia, il profeta era mandato ad esortare, a scongiurare, e questo non serviva a niente, perché il popolo aveva il cuore indurito, le orecchie chiuse. Adesso la situazione è completamente cambiata: non è più necessario esortare.
Tuttavia Paolo esorta, ma a che cosa? Esorta ad "abbondare di più". Ritroviamo qui questa espressione che abbiamo già incontrato più volte in questa lettera: "Vi esortiamo, fratelli, ad "abbondare di più"", letteralmente, ad amare, quindi, con più intensità. Le grazie non sono un tesoro inerte, che basterebbe conservare in luogo sicuro per non perderle; sono germi di vita, sono sementi che vogliono produrre belle piante e frutto rigoglioso. Nel Vangelo di oggi Gesù ci parla del servo che è andato a nascondere sottoterra il talento ricevuto; non viene presentato come un modello da seguire, anzi! Viene severamente rimproverato, chiamato "servo malvagio e infingardo"...
Nella lettera ai Galati e in. quella ai Romani san Paolo ha impugnato la pretesa umana di giustificarsi per mezzo delle opere della legge, ha ribadito che la base della vita cristiana non sta nelle nostre opere, bensì nel dono gratuito di Dio che accogliamo per mezzo della fede. E possibile capire male questo insegnamento di Paolo, come se le opere non fossero necessarie nella vita cristiana, ma san Paolo stesso ha poi precisato che la fede produce le sue opere. Non sono più le opere della legge, che l'uomo pretende di compiere con le proprie forze; sono "opere della fede", cioè che l'uomo realizza nella docilità alla grazia di Dio e con la forza che da essa viene, non con la propria forza umana. Ciò che conta dice san Paolo è la fede che opera nell'amore. Per questo l'apostolo esorta i Tessalonicesi ad "abbondare di più" nella carità fraterna.
Il nostro sforzo deve essere rivolto ad accogliere attivamente il dinamismo della vita di fede, per collaborare con il Signore alla trasformazione del mondo.

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Antifona d'ingresso
Signore, tendi l'orecchio, rispondimi.
Tu, mio Dio, salva il tuo servo, che in te confida.
Pietà di me, o Signore, a te grido tutto il giorno. (Sal 85,1-3)


Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché tra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

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Prima lettura

1Ts 4,9-11
Avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo lo fate verso tutti i fratelli dell’intera Macedònia.
Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato.

Parola di Dio

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Salmo responsoriale

Sal 97

Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.

Davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

Canto al Vangelo (Gv 13,34)
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

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Vangelo

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Mt 25,14-30
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore arricchisce la nostra vita di molteplici doni. Preghiamo perché ci aiuti a valorizzarli a beneficio nostro e dei fratelli. Diciamo insieme:
Ascoltaci, o Signore.

O Signore, aiuta gli uomini a formare una sola famiglia, nella valorizzazione delle ricchezze proprie di ogni popolo e di ogni cultura. Preghiamo:
O Signore, manda alla tua Chiesa uomini capaci, con la parola e l'esempio, di stimolare la crescita e lo sviluppo umano e cristiano dei tuoi fedeli. Preghiamo:
O Signore, assisti coloro che cercano lavoro, perché possano realizzare il fondamentale diritto dell'autonomia e dignità personali. Preghiamo:
O Signore, insegna alla nostra comunità lo spirito dell'accoglienza, particolarmente verso le persone meno provviste di doni naturali, e quindi più bisognose di sostegno e di aiuto. Preghiamo:
O Signore, fà che nessuno di noi si spaventi o si scoraggi per i propri limiti, ma aiutaci a capire che è proprio nella nostra debolezza che esprimi la tua potenza. Preghiamo:
Perché i cristiani non si estraneino dal mondo.
Per chi non ha fiducia nelle proprie capacità.

O Dio, che nella tua bontà hai fatto bene tutte le cose, infondi in noi sentimenti di speranza e di fiducia perché affrontiamo serenamente gli impegni della vita e maturiamo frutti per l'eternità. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
O Signore, che ti sei acquistato
una moltitudine di figli
con l'unico e perfetto sacrificio di Cristo,
concedi a noi, nella tua Chiesa,
il dono dell'unità e della pace.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona alla comunione
Con il frutto delle tue opere si sazia la terra, o Signore;
tu trai il cibo dalla terra:
vino che allieta il cuore dell'uomo,
pane che sostiene il suo cuore. (Cf. Sal 103, 13-15)

Oppure:
«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
ha la vita eterna
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno»,
dice il Signore. (Gv 6,54)


Preghiera dopo la comunione
Porta a compimento in noi, o Signore,
l'opera risanatrice della tua misericordia
e fa' che, interiormente rinnovati,
possiamo piacere a te in tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.


O M E L I E
a cura di
Qumran2.net

don Carlo Occelli     (Omelia del 28-08-2021)
Commento al Vangelo 28 agosto 2021
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don Marco Scandelli     (Omelia del 28-08-2021)
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don Alessandro Farano     (Omelia del 28-08-2021)
Sabato - XXI del Tempo Ordinario - Anno B - Commento al Vangelo
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don Nicola Salsa     (Omelia del 28-08-2021)
La miglior versione di se stessi (Mt 25,14-30)
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(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 30-08-2014)

Cinque talenti. Tre. Uno. Talenti consegnati ai servi dal padrone. Padrone folle, aggiungo io. Un talento è un'unità di misura imbarazzante: oltre venti chili d'oro. Quindi centinaia di migliaia di euro dati ad ognuno. Non ad una banca o a un uomo d'affari ma ai proprio servi. Gesù ci dice qualcosa ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 31-08-2013)
Commento su Mt 25,14-30
Viviamo nell'attesa del ritorno dello sposo, come ci ricordava la parabola delle vergini di ieri. Un ritorno glorioso, nella pienezza della storia, dopo la prima venuta nella carne e quella intermedia in ciascuno di noi. Siamo invitati ad attendere, ci dicevamo. Ma senza oziare, aggiunge Matteo. Il ...
(continua)