LA CHIESA

      


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LITURGIA

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(es. Mt 28,1-20):
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  Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
DO034 ;
San Marco ci invita ad accogliere il mistero di Gesù, espresso nella parabola del seme che porta frutto. E un mistero che non deve rimanere nascosto, ma essere manifestato. La prima lettura ci fa intravedere come questo mistero ha trasformato la situazione dell'uomo. È il brano che nella lettera agli Ebrei viene subito dopo la grande esposizione del mistero di Cristo, il sacrificio che ha ottenuto la salvezza del mondo, sacrificio gradito a Dio e che ha fatto di Cristo il nostro capo.
In una lunga frase solenne l'autore esprime la sua meraviglia per la trasformazione che esso ha operato. Implicitamente egli paragona la situazione attuale a quella dell'Antico Testamento, quando i rapporti con Dio erano soggetti a limitazioni, a intralci di ogni specie. U popolo non aveva il diritto di entrare nel santuario: era la speciale prerogativa del Sommo Sacerdote e soltanto una volta all'anno. Il popolo non aveva strade per arrivare a Dio e in verità non aveva neppure sacerdoti perfetti, perché anche i Sommi Sacerdoti erano peccatori che avevano bisogno di offrire per se stessi il sacrificio di espiazione, un'espiazione che d'altronde era inefficace e non li rendeva degni di avvicinarsi a Dio.
Noi invece dice l'autore della lettera abbiamo piena libertà di entrare nel santuario "per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne". Attraverso l'umanità di Cristo noi possiamo veramente giungere a Dio, e nel cammino verso Dio abbiamo una guida, "un sacerdote grande sopra la casa di Dio".
Questo testo si addice in modo meraviglioso all'Eucaristia. Noi siamo il popolo che desidera penetrare nel santuario, e per penetrarvi dobbiamo camminare per mezzo del sangue di Cristo, attraverso il velo, in questa via nuova e vivente che egli stesso ha inaugurato. E non possiamo avanzare se non con lui. Per lui, con lui, in lui noi camminiamo verso Dio, e possiamo farlo in piena fiducia, perché Cristo è gradito a Dio.
Le disposizioni che dobbiamo avere per camminare verso Dio come figli che liberamente si avvicinano al Padre sono dice l'autore la fede, la speranza, la carità. "Accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede", una fede totale che ci ottiene il perdono di tutti i peccati nel Battesimo: "il cuore purificato da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura" è un'allusione al Battesimo. Per mezzo della fede, cioè dell'adesione a Cristo che si è offerto in sacrificio, siamo purificati da ogni colpa e diventiamo degni di avvicinarci a Dio. Ma nello stesso tempo abbiamo in noi la speranza, dono teologale: "Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso": sappiamo che la strada, che già ora ci guida a Dio nel sacramento, ci porterà definitivamente a lui al di là della morte. E questa strada infine, non la percorriamo da soli, ma insieme. Dopo la fede, la speranza, ecco la carità a definire la nostra situazione. Dobbiamo essere insieme per celebrare l'Eucaristia: "Non disertiamo le nostre riunioni, ma invece esortiamoci a vicenda, tanto più che potete vedere come il giorno si avvicina".
Questa è la nostra bellissima condizione attuale, per la quale dobbiamo sempre ringraziare il Signore.
Nello scrivere questo passo l'autore si è ispirato a un testo di Ezechiele, dove Dio faceva tutte queste promesse: "Vi purificherò con acqua pura, metterò il mio Spirito dentro di voi, vi radunerò da tutti i luoghi dove siete stati dispersi". Dio ha mantenuto le sue promesse: ci ha lavati nel Battesimo, ci ha dato il suo Spirito, ci raduna continuamente. E tutto questo lo viviamo nella Messa e dobbiamo viverlo sempre, perché la Messa è il momento in cui ciò che noi siamo si manifesta ed è rafforzato dalla grazia di Cristo.

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Antifona d'ingresso
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario. (Sal 95,1.6)


Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
guida le nostre azioni secondo la tua volontà,
perché nel nome del tuo diletto Figlio
portiamo frutti generosi di opere buone.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

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Prima lettura

Eb 10,19-25
Nella pienezza della fede, manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza per stimolarci a vicenda nella carità.

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone. Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.

Parola di Dio

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Salmo responsoriale

Sal 23

Noi cerchiamo il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Canto al Vangelo (Sal 118,105)
Alleluia, alleluia.
Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino.
Alleluia.

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Vangelo

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Mc 4,21-25
La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.


+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, il Padre celeste, donandoci il suo Unigenito, ci ha indicato la via nuova della salvezza, l'unica che porta alla luce del suo volto. Sicuri del suo ascolto e del suo aiuto, diciamo:
Dona la tua benedizione, Signore.

Alla Chiesa, che deve annunciare al mondo il vangelo del regno e testimoniarlo con la luce della carità. Noi ti invochiamo:
Alle guide del nostro tempo, che devono condurre la comunità umana sulle vie del vero e del bene. Noi ti invochiamo:
Agli educatori che, a imitazione dell'unico maestro, devono partecipare la libertà e la vita. Noi ti invochiamo:
A chi è indifferente o distratto, a chi misura a piccole dosi ciò che dona, a chi crede di non valer nulla. Noi ti invochiamo:
A chi, travolto da mille interessi, trascura di crescere interiormente e di maturare nella fede. Noi ti invochiamo:
Per coloro che cercano la verità.
Per chi ha ricevuto tanto dalla vita e dalla fede in Gesù.

Signore, tu che scruti nell'intimo e conosci i limiti e i desideri del cuore dell'uomo, assistici con la tua grazia, per amore di Cristo Gesù, nostro fratello e salvatore, che con te vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli i nostri doni, Padre misericordioso,
e consacrali con la potenza del tuo Spirito,
perché diventino per noi sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.


Antifona alla comunione
Guardate al Signore e sarete raggianti,
non dovranno arrossire i vostri volti. (Sal 33,6)

Oppure:
"Io sono la luce del mondo", dice il Signore;
"chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita". (Gv 8,12)


Preghiera dopo la comunione
O Dio, che in questi santi misteri
ci hai nutriti col corpo e sangue del tuo Figlio,
fa' che ci rallegriamo sempre del tuo dono,
sorgente inesauribile di vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.


O M E L I E
a cura di
Qumran2.net

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"Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? " Mc 4, 21 Come vivere questa Parola? A S. Biagio oggi è pieno inverno. Nubi di un grigio ferrigno sono scese ad avvolgere il bel paesaggio che di solito contemplo dalla finest ...
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Paolo Curtaz     (Omelia del 29-01-2015)

La Parola che accogliamo e che porta frutto in noi, che germoglia quando meno ce lo aspettiamo, che porta frutto per coloro che ci stanno accanto è da condividere. Se la fede, in qualche modo, ha acceso in noi una speranza, un modo nuovo di vedere le cose, allora la nostra vita cambia e chi ci sta a ...
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Casa di Preghiera San Biagio FMA     (Omelia del 29-01-2015)
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"Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli..." Salmo 24, 3-4 Come vivere questa Parola? Gesù ridirà le parole di questo salmo con una beatitudine: Beati puri di cuore, perché vedranno Dio! No ...
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Paolo Curtaz     (Omelia del 30-01-2014)

Oggi siamo invitati a fare due cose: anzitutto a testimoniare la nostra fede come una fiamma che viene posta in alto, nel lampadario e non viene nascosta sotto lo sgabello. Non si tratta di fare propaganda a Dio o di girare con grandi croci appese al collo, ma di essere accesi. Possiamo illuminare s ...
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Paolo Curtaz     (Omelia del 31-01-2013)
Commento su Mc 4,21-25
Siamo lampada che illumina la vita degli altri, e la fiamma è la Parola che brucia in noi e rischiara ogni nostra tenebra. Non dobbiamo avere paura del giudizio degli altri o nascondere la nostra fede sotto lo sgabello. Certo, prima di annunciare dobbiamo vivere, essere credibili, urlare il Vangelo ...
(continua)