LA CHIESA

      


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LITURGIA

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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:



  Sabato della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

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Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
DO146 ;
La conclusione della storia di Giuseppe ci illumina sul modo di porsi di fronte al male. Tanta gente si scandalizza e si chiede come mai Dio permetta tanti avvenimenti tragici, apportatori di sofferenze e di male.
La storia di Giuseppe dà una duplice risposta: Dio rispetta la libertà delle sue creature; Dio permette il male perché può farlo servire al bene. Sono risposte che vanno approfondite. Dio ha permesso che i fratelli di Giuseppe agissero malvagiamente nei suoi confronti, e non li ha costretti ad agire bene perché ci ha creati liberi, rispetta la nostra libertà e vuole il nostro bene.
Costringere qualcuno a fare il bene, infatti, non è mai efficace. Chi fa il bene perché vi è costretto non compie veramente il bene, ma subisce una dura oppressione e nel suo cuore continuerà a desiderare di compiere il male. Perciò Dio, volendo la nostra felicità, rispetta la libertà che ci ha dato perché possiamo agire bene liberamente, con amore e non per costrizione.
Dall'altro lato Dio permette il male perché può farlo servire al bene. Afferma Giuseppe: "Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene".
È una riflessione profonda: Dio è in grado di capovolgere il senso delle azioni umane, ha questa misteriosa potenza che viene dalla sua infinita generosità.
Però occorre fare un'osservazione: Dio cerca persone che accolgano questa sua azione. Giuseppe ha accolto il pensiero di Dio: invece di rispondere al male con il male, conoscendo la bontà e la misericordia di Dio ha agito come lui: ha rinunciato alla vendetta e ha perdonato.
Quando ci poniamo il problema del male, dobbiamo farci sempre questa domanda: "Accetto le intenzioni che Dio ha su di me?". Esse richiedono infatti una conversione che ci fa rispondere al male con il bene.
Nella storia di Giuseppe possiamo vedere anticipato il mistero della croce. La croce di Gesù è l'esempio più straordinario del capovolgimento del male in bene, un capovolgimento che si è potuto realizzare perché Gesù ha aperto totalmente il suo cuore all'intenzione positiva di Dio di far servire al massimo bene il male tramato dagli uomini. il segreto della redenzione sta proprio nella generosa apertura di Gesù ad accogliere la volontà salvifica del Padre e a farla propria.

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Antifona d'ingresso
Ricordiamo, o Dio, la tua misericordia
in mezzo al tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode
si estende ai confini della terra;
di giustizia è piena la tua destra. (Sal 48,10-11)


Colletta
O Dio, che nell’umiliazione del tuo Figlio
hai risollevato l’umanità dalla sua caduta,
donaci una rinnovata gioia pasquale,
perché, liberi dall’oppressione della colpa,
partecipiamo alla felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

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Prima lettura

Gen 49,29-33; 50,15-26
Dio verrà a visitarvi e vi farà uscire da questa terra.

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Giacobbe diede quest’ordine ai suoi figli: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l’Ittita, nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nella terra di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l’Ittita come proprietà sepolcrale. Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti». Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò, e fu riunito ai suoi antenati.
Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest’ordine: “Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male!”. Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando gli si parlò così.
E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Tengo io forse il posto di Dio? Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò parlando al loro cuore.
Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; egli visse centodieci anni. Così Giuseppe vide i figli di Èfraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questa terra, verso la terra che egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe». Giuseppe fece giurare ai figli d’Israele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».
Giuseppe morì all’età di centodieci anni.

Parola di Dio

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Salmo responsoriale

Sal 104

Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Canto al Vangelo (1Pt 4,14)
Alleluia, alleluia.
Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo,
perché lo Spirito di Dio riposa su di voi.
Alleluia.

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Vangelo

Mt 10,24-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Dio assiste il suo popolo con amore di padre e nulla lascia mancare perché viva felice nell'attesa della salvezza. Con fiducia, quindi, rivolgiamoci a lui, dicendo:
Assisti il tuo popolo, Signore.

Perché la Chiesa, nelle difficoltà e nelle persecuzioni, sappia scorgere il disegno amoroso di Dio che la rende conforme al suo Maestro. Preghiamo:
Perché i cristiani, in qualunque luogo e situazione della vita, non si lascino vincere dal timore nel proclamare con le parole e con gli atti, la loro adesione a Cristo. Preghiamo:
Perché chi è nello sconforto e nella sofferenza viva la certezza che niente agli occhi di Dio andrà perduto. Preghiamo:
Perché in ogni difficoltà non ci lamentiamo con Dio che non ci ascolta, ma la confrontiamo con le sofferenze patire dai testimoni della fede. Preghiamo:
Perché questa eucaristia ci dia la forza di uniformarci in tutto, anche nella passione e nella morte, al Cristo Signore. Preghiamo:
Perché i poveri vedano in Cristo il loro avvocato.
Per chi deve portare una croce pesante.

Dio onnipotente, che tanto hai amato il mondo da mandare il tuo unigenito Figlio a morire per noi sulla croce, sostienici nei momenti della prova perché, alla fine dei tempi, possiamo essere riconosciuti da te, pastore delle nostre anime. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Ci purifichi, Signore,
quest’offerta che consacriamo al tuo nome,
e ci conduca di giorno in giorno
a esprimere in noi la vita nuova del Cristo tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.


Antifona di comunione
Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. (Sal 34,9)


Preghiera dopo la comunione
Dio onnipotente ed eterno,
che ci hai nutriti con i doni della tua carità senza limiti,
fa’ che godiamo i benefici della salvezza
e viviamo sempre in rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.


O M E L I E
a cura di
Qumran2.net

Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 14-07-2018)
Annunciatelo dalle terrazze
Gesù è venuto per accendere sulla terra la purissima luce della verità del Padre. Lui è la luce accesa del Padre. Da Lui il suo discepolo è stato acceso come vera luce di Dio. La luce si accende per essere posta in alto. Essa deve illuminare tutta la casa del mondo. A nulla serve accendere la luce s ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 12-07-2014)

Gesù incoraggia i suoi, mandati ad annunciare il Regno, operai nella messe inviati a consolare il gregge senza pastore. Essenzialità, comunione, credibilità... sono queste le condizioni di cui Gesù ha parlato nei giorni scorsi. E la bella parentesi della festa di ieri ci ha richiamato all'importanza ...
(continua)
Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 12-07-2014)
Due passeri non si vendono forse per un soldo?
Uno potrebbe essere tentato, per paura della persecuzione, di farsi discepolo nascosto di Gesù Signore. È discepolo, senza però che alcuno ne sappia niente. In questo modo la sua vita mai sarà esposta al martirio, alla derisione, allo scherno, a tutte quelle parole e azioni malvage da parte degli uo ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 13-07-2013)
Commento su Mt 10,24-33
A volte mi chiedo se sarei capace di dare testimonianza al Signore fino a morire per lui. Concretamente, oggi, se eviterei di andare a Messa sapendo che qualche pazzo fanatico, come accade in Nigeria, ad esempio, potrebbe fare irruzione durante la celebrazione e lanciare una bomba. Mi chiedo se la m ...
(continua)
Riccardo Ripoli     (Omelia del 13-07-2013)
Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce
A volte capita che molte persone credano fermamente in qualcosa, ma abbiano paura a manifestare agli altri le proprie idee, così si barricano nei loro silenzi ed evitano accuratamente di dialogare di certi argomenti o, peggio, si adeguano falsamente alle idee dei loro interlocutori. Conobbi un raga ...
(continua)
Movimento Apostolico - rito romano     (Omelia del 13-07-2013)
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati
Quella del discepolo di Gesù è una vita consegnata interamente al Vangelo. Ogni sua energia appartiene al Vangelo. È del Vangelo lo spirito, l'anima, la volontà, i sentimenti, il cuore, lo stesso corpo, finanche il sangue appartiene a Cristo e alla sua Parola. È questa la verità del cristiano. Lu ...
(continua)
Paolo Curtaz     (Omelia del 14-07-2012)
Commento su Matteo 10,24-33
Quando Matteo scrive il suo vangelo, probabilmente si sta già vivendo ciò che Gesù aveva predetto, senza grandi difficoltà profetiche vista l'aria che tirava! Dopo la rivolta giudaica e il successivo intervento di Roma, Gerusalemme viene distrutta e il tempio raso al suolo: la classe sacerdotale, fu ...
(continua)