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(Testo CEI2008)

Gdc 13,24 E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.
Gdc 14,1 Sansone scese a Timna, e a Timna vide una donna tra le figlie dei Filistei.
Gdc 14,3 Suo padre e sua madre gli dissero: «Non c'è una donna tra le figlie dei tuoi fratelli e in tutto il nostro popolo, perché tu vada a prenderti una moglie tra i Filistei non circoncisi?». Ma Sansone rispose al padre: «Prendimi quella, perché mi piace».
Gdc 14,5 Sansone scese con il padre e con la madre a Timna; quando furono giunti alle vigne di Timna, ecco un leoncello venirgli incontro ruggendo.
Gdc 14,10 Suo padre scese dunque da quella donna e Sansone fece là un banchetto, perché così usavano fare i giovani.

Gdc 14,12 Sansone disse loro: «Voglio proporvi un enigma. Se voi me lo spiegate entro i sette giorni del banchetto e se l'indovinate, vi darò trenta tuniche e trenta mute di vesti;
Gdc 14,15 Al quarto giorno dissero alla moglie di Sansone: «Induci tuo marito a spiegarti l'enigma; se no, daremo fuoco a te e alla casa di tuo padre. Ci avete invitati qui per spogliarci?».
Gdc 14,16 La moglie di Sansone si mise a piangergli intorno e a dirgli: «Tu hai per me solo odio e non mi ami; hai proposto un enigma ai figli del mio popolo e non me l'hai spiegato!». Le disse: «Ecco, non l'ho spiegato neanche a mio padre e a mia madre e dovrei spiegarlo a te?».
Gdc 14,17 Ella continuò a piangergli intorno durante i sette giorni del banchetto. Il settimo giorno Sansone glielo spiegò, perché lo tormentava, e lei spiegò l'enigma ai figli del suo popolo.
Gdc 14,18 Gli uomini della città, il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, dissero a Sansone:
«Che c'è di più dolce del miele?
Che c'è di più forte del leone?».
Rispose loro:
«Se non aveste arato con la mia giovenca,
non avreste sciolto il mio enigma».

Gdc 14,20 e la moglie di Sansone fu data al compagno che gli aveva fatto da amico di nozze.



Gdc 15,1 Dopo qualche tempo, nei giorni della mietitura del grano, Sansone andò a visitare sua moglie, le portò un capretto e disse: «Voglio entrare da mia moglie nella camera». Ma il padre di lei non gli permise di entrare
Gdc 15,3 Ma Sansone rispose loro: «Questa volta non sarò colpevole verso i Filistei, se farò loro del male».
Gdc 15,4 Sansone se ne andò e catturò trecento volpi; prese delle fiaccole, legò coda a coda e mise una fiaccola fra le due code.
Gdc 15,6 I Filistei chiesero: «Chi ha fatto questo?». La risposta fu: «Sansone, il genero dell'uomo di Timna, perché costui gli ha ripreso la moglie e l'ha data al compagno di lui». I Filistei salirono e bruciarono tra le fiamme lei e suo padre.
Gdc 15,7 Sansone disse loro: «Poiché agite in questo modo, io non la smetterò finché non mi sia vendicato di voi».

Gdc 15,10 Gli uomini di Giuda dissero loro: «Perché siete venuti contro di noi?». Quelli risposero: «Siamo venuti per legare Sansone, per fare a lui quello che ha fatto a noi».
Gdc 15,11 Tremila uomini di Giuda scesero alla caverna della rupe di Etam e dissero a Sansone: «Non sai che i Filistei dominano su di noi? Che cosa ci hai fatto?». Egli rispose loro: «Quello che hanno fatto a me, io l'ho fatto a loro».
Gdc 15,12 Gli dissero: «Siamo scesi per legarti e metterti nelle mani dei Filistei». Sansone replicò loro: «Giuratemi che non mi colpirete».
Gdc 15,16 Sansone disse:

«Con una mascella d'asino,
li ho ben macellati!
Con una mascella d'asino,
ho colpito mille uomini!».

Gdc 15,19 Allora Dio spaccò la roccia concava che è a Lechì e ne scaturì acqua. Sansone bevve, il suo spirito si rianimò ed egli riprese vita. Perciò quella fonte fu chiamata En-Kore: essa esiste a Lechì ancora oggi.
Gdc 15,20 Sansone fu giudice d'Israele, al tempo dei Filistei, per venti anni.



Gdc 16,1 Sansone andò a Gaza, vide una prostituta e andò da lei.
Gdc 16,2 Fu riferito a quelli di Gaza: «È venuto Sansone». Essi lo circondarono, stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero quieti, dicendo: «Attendiamo lo spuntar del giorno e allora lo uccideremo».
Gdc 16,3 Sansone riposò fino a mezzanotte; a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che è di fronte a Ebron.

Gdc 16,6 Dalila dunque disse a Sansone: «Spiegami da dove proviene la tua forza così grande e in che modo ti si potrebbe legare per domarti».
Gdc 16,7 Sansone le rispose: «Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque».
Gdc 16,9 L'agguato era teso in una camera interna. Ella gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli spezzò le corde come si spezza un filo di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza non fu conosciuto.
Gdc 16,10 Poi Dalila disse a Sansone: «Ecco, ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; ora spiegami come ti si potrebbe legare».
Gdc 16,12 Dalila prese dunque funi nuove, lo legò e gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». L'agguato era teso nella camera interna. Egli ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia.
Gdc 16,13 Poi Dalila disse a Sansone: «Ancora ti sei burlato di me e mi hai detto menzogne; spiegami come ti si potrebbe legare». Le rispose: «Se tu tessessi le sette trecce della mia testa nell'ordito e le fissassi con il pettine del telaio, io diventerei debole e sarei come un uomo qualunque».
Gdc 16,14 Ella dunque lo fece addormentare, tessé le sette trecce della sua testa nell'ordito e le fissò con il pettine, poi gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli si svegliò dal sonno e strappò il pettine del telaio e l'ordito.
Gdc 16,20 Allora lei gli gridò: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Egli, svegliatosi dal sonno, pensò: «Ne uscirò come ogni altra volta e mi svincolerò». Ma non sapeva che il Signore si era ritirato da lui.
Gdc 16,23 Ora i prìncipi dei Filistei si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per far festa. Dicevano:

«Il nostro dio ci ha messo nelle mani
Sansone nostro nemico».

Gdc 16,25 Nella gioia del loro cuore dissero: «Chiamate Sansone perché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione ed egli si mise a far giochi alla loro presenza. Poi lo fecero stare fra le colonne.
Gdc 16,26 Sansone disse al servo che lo teneva per la mano: «Lasciami toccare le colonne sulle quali posa il tempio, perché possa appoggiarmi ad esse».
Gdc 16,27 Ora il tempio era pieno di uomini e di donne; vi erano tutti i prìncipi dei Filistei e sul terrazzo circa tremila persone fra uomini e donne, che stavano a guardare, mentre Sansone faceva i giochi.
Gdc 16,28 Allora Sansone invocò il Signore dicendo: «Signore Dio, ricòrdati di me! Dammi forza ancora per questa volta soltanto, o Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!».
Gdc 16,29 Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava il tempio; si appoggiò ad esse, all'una con la destra e all'altra con la sinistra.
Gdc 16,30 Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e il tempio rovinò addosso ai prìncipi e a tutta la gente che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita.
Eb 11,32 E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti;
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