B I B B I A .net   > Bibbia CEI 2008 > Bibbia CEI 1974 > La Bibbia TILC

Antico Gen Es Lv Nm Dt - Gios Gdc Rut 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Nee Tob Gdt Est 1Mac 2Mac
Testam. Gb Sal Prv Qo Cant Sap Sir - Is Ger Lam Bar Ez Dan Os Gioe Am Abd Gion Mich Naum Abac Sof Agg Zacc Mal

NuovoT. Mt Mc Lc Gv - At - Rom 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tit Flm Ebr - Giac 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd - Ap

(Versione sperimentale)
Ricerca per citazione:
CEI 2008:   CEI 74:   TILC:    Mostra N.Versetto:     

Ricerca per parola:
cerca all'interno di
CEI 2008:   CEI 74:   TILC:    Mostra N.Versetto:     
 
Primo libro dei Maccabei
  > Libro: Primo libro dei Maccabei, Cap.: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16  

(Testo TILC)

10
Demetrio vuole allearsi con Gionata

1L'anno 160 Alessandro Epifane, figlio di Antioco, conquistò la città di Tolemaide. Gli abitanti lo accolsero molto bene ed egli cominciò a regnare. 2Il re Demetrio, appena lo venne a sapere, radunò un grande esercito e si mosse per attaccarlo. 3In questa circostanza mandò a Gionata una lettera amichevole e piena di promesse. 4Pensava infatti: Occorre che mi affretti a fare la pace con Gionata prima che egli si metta d'accordo con Alessandro contro di noi. 5Altrimenti si ricorderà di tutto il male che ho fatto a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo. 6Inoltre Demetrio permise a Gionata di riorganizzare un esercito e di costruire armi. Lo considerò suo alleato e gli restituì gli ostaggi che si trovavano nella fortezza dell'Acra a Gerusalemme. 7Gionata venne a Gerusalemme e lesse quella lettera a tutto il popolo e a quelli che erano nell'Acra. 8Quando sentirono che il re autorizzava Gionata a organizzare un esercito, tutti si spaventarono. 9Gli uomini che erano nell'Acra consegnarono a Gionata gli ostaggi ed egli li restituì alle loro famiglie. 10Gionata si stabilì in Gerusalemme e cominciò a ricostruire e rinnovare la città. 11Comandò ai responsabili dei lavori di fare una muraglia di pietre quadrate intorno al monte Sion per fortificarlo. Così fu fatto. 12Allora gli stranieri che si trovavano nelle fortezze costruite da Bacchide fuggirono, 13ciascuno abbandonò il suo posto per tornarsene nella propria terra. 14Solo alcuni di quelli che avevano tradito i comandamenti della legge rimasero a Bet-Zur che diventò il loro rifugio.

Gionata diventa sommo sacerdote

15Il re Alessandro venne informato delle promesse che Demetrio aveva fatto a Gionata. Fu informato anche delle guerre e imprese di Gionata e dei suoi fratelli e delle grandi fatiche che avevano sopportato. 16Il re esclamò: 'Non sarà facile trovare un uomo come questo. Voglio che sia mio amico e alleato'. 17Perciò gli mandò una lettera dove diceva: 18'Re Alessandro augura ogni bene al fratello Gionata. 19Mi hanno riferito che tu sei un uomo valoroso e meriti di diventare mio amico. 20Perciò io oggi do a te l'incarico di sommo sacerdote e il titolo di amico del re. Voglio che tu passi dalla mia parte e mi mantenga la tua amicizia'. Con la lettera gli mandò la porpora e una corona d'oro. 21Gionata si mise le insegne sacerdotali nel settimo mese dell'anno 160, nella festa delle Tende. Poi si fece un esercito e iniziò la corsa agli armamenti.

Demetrio fa nuove proposte a Gionata

22Quando Demetrio venne a sapere questi fatti, se ne rattristò e disse: 23'Che cosa ho combinato! Alessandro mi ha preceduto nel fare amicizia con gli Ebrei e si è assicurato il loro appoggio. 24Anch'io scriverò loro parole lusinghiere. Prometterò loro privilegi e doni perché vengano ad aiutarmi'. 25E scrisse questa lettera: 'Il re Demetrio augura prosperità al popolo ebreo. 26Abbiamo sentito con gioia che avete mantenuto l'alleanza fatta con noi. Siete stati fedeli alla nostra amicizia e non siete passati dalla parte dei nostri nemici. 27Perseverate nella vostra fedeltà verso di noi e in contraccambio vi favoriremo. 28Vi libereremo da molti pesi e vi ricolmeremo di doni. 29Fin d'ora sarete esenti dalle tasse: a tutto il popolo io tolgo la tassa del sale e quella delle corone 30D'ora in poi non esigerò più la terza parte dei raccolti e la metà dei frutti che mi spettano. Io rinunzio a tutto questo da oggi e per sempre e non solo per la Giudea ma anche per i distretti che prima erano annessi alla Samaria e alla Galilea. 31'Gerusalemme deve essere una città santa: con tutto il suo territorio deve restare esente dalle decime e dalle tasse. 32Rinunzio anche al potere che ho sulla fortezza dell'Acra in Gerusalemme e l'affido al sommo sacerdote che la farà difendere da uomini scelti da lui. 33Restituisco la libertà a tutti gli abitanti che dalla Giudea sono stati portati via come schiavi in qualunque parte del mio regno. Lo faccio senza chiedere compenso. Essi saranno esenti dalle tasse, comprese quelle sul bestiame. 34Nei giorni di festa, nei sabati, nei noviluni, nei giorni di precetto, nei tre giorni precedenti e successivi ad una festa solenne, gli Ebrei che vivono nel mio regno non pagheranno tasse. 35In quei giorni nessuno potrà esigere da loro un pagamento o fare causa contro di loro per nessun motivo. 36Per gli eserciti del re saranno reclutati fra gli Ebrei solo trentamila uomini. Essi avranno la stessa paga che spetta alle altre truppe del re. 37Alcuni di loro saranno mandati nelle grandi fortezze del re; ad altri saranno affidati gli affari di fiducia del regno. I loro capi e i loro comandanti saranno scelti tra di loro, in modo che possano vivere secondo le loro leggi, come il re ha ordinato per la regione della Giudea. 38I tre distretti della Samaria annessi alla Giudea resteranno alla Giudea; così avranno un solo capo, senza dover ubbidire a nessun altro al di fuori del sommo sacerdote. 39'Dono la città di Tolemaide con il suo territorio al tempio di Gerusalemme per coprire le spese del culto. 40Io personalmente farò dono ogni anno di quindicimila monete d'argento: dovranno essere prelevate dalle entrate del re sulle località più convenienti. 41La sovvenzione che i miei amministratori non hanno versato negli anni passati, d'ora in poi dovrà essere versata per i lavori del tempio. 42Inoltre le cinquemila monete d'argento che si riscuotevano ogni anno sulle entrate del tempio saranno invece lasciate ai sacerdoti che prestano servizio. 43Tutti quelli che, per debiti con il fisco o per altri motivi, si rifugiano nel tempio di Gerusalemme o nelle sue adiacenze, saranno lasciati liberi e conserveranno tutti i loro beni nel mio regno. 44Le spese per i lavori di ricostruzione e di restauro del santuario saranno a carico del re. 45Per costruire le mura di Gerusalemme e per fortificare la cinta si provvederà a spese del re. Così pure per ricostruire le mura delle altre città della Giudea'. 46Quando Gionata e il popolo sentirono quelle parole non si fidarono e rifiutarono di prenderle in considerazione. Ricordavano infatti i grandi mali che Demetrio aveva fatto a Israele e quanto avevano dovuto soffrire per causa sua. 47Preferirono invece Alessandro che era stato il primo a fare loro proposte di pace. Così divennero per sempre suoi alleati.

Demetrio muore

48Allora il re Alessandro radunò un grande esercito e marciò contro Demetrio. 49l due re attaccarono battaglia, ma l'esercito di Demetrio si diede alla fuga. Alessandro lo inseguì e lo sconfisse. 50La lotta fu dura fino al tramonto del sole e quel giorno Demetrio cadde ucciso.

Alleanza di Alessandro con Tolomeo

51Il re Alessandro mandò a Tolomeo, re d'Egitto, questo messaggio:
52'Io sono rientrato nel mio regno e ho riconquistato il trono dei miei padri. Ho preso il potere dopo avere sconfitto Demetrio. Ora sono diventato padrone del paese. 53Infatti ho attaccato Demetrio. ho sbaragliato tutto il suo esercito e sono stato proclamato re al suo posto. 54Facciamo un patto di amicizia tra noi. Dammi tua figlia in moglie e io diventerò tuo genero. A te e a lei farò regali degni di te'. 55Il re Tolomeo rispose così: 'Felice il giorno che sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei ripreso il loro trono reale! 56Farò per te quello che hai chiesto. Ora vienimi incontro fino a Tolemaide. Ci incontreremo là e io ti farò mio genero, come hai detto'. 57Il re Tolomeo partì dunque dall'Egitto con sua figlia Cleopatra e andò a Tolemaide: era l'anno 162. 58Il re Alessandro lo raggiunse ed egli gli diede in moglie sua figlia Cleopatra. Così in Tolemaide le nozze furono celebrate con grande solennità, come fanno di solito i re.

Gionata diventa governatore della provincia

59Il re Alessandro scrisse a Gionata di andargli incontro. 60E Gionata andò a Tolemaide con un grande corteo. Incontrò i due re e diede loro argento, oro e altri doni. Lo stesso fece con i loro amici e così si guadagnò la loro simpatia. 61Ma si radunarono alcuni Ebrei, uomini senza legge e corrotti. Volevano accusare Gionata presso il re, ma il re non ci badò. 62Anzi comandò di togliere a Gionata i suoi vestiti e di fargli indossare la porpora. Così fu fatto. 63Poi il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: 'Andate con Gionata nel centro della città e proclamate dappertutto che nessuno per nessun motivo dovrà accusarlo; nessuno, per nessun motivo, dovrà dargli fastidio'. 64Quando videro che Gionata era stato ufficialmente coperto di onori e aveva ricevuto la porpora, i suoi accusatori fuggirono tutti. 65Il re diede dunque a Gionata grandi onori e lo accolse tra i suoi collaboratori più stretti. Lo nominò comandante dell'esercito e lo fece governatore di una provincia. 66Poi Gionata ritornò a Gerusalemme contento e in pace.

Demetrio II contro Gionata

67Nell'anno 165 Demetrio, figlio del re Demetrio I, da Creta tornò nella sua terra di origine. 68Appena il re Alessandro ne fu informato, si rattristò e ritornò ad Antiochia. 69Demetrio confermò Apollonio a capo della regione della Celesiria. Costui radunò un grande esercito ed andò ad accamparsi nella città di Iamnia. Poi mandò a dire al sommo sacerdote Gionata: 70'Sei l'unico a metterti contro di noi. Per colpa tua tutti mi deridono e mi insultano. Perché ci sfidi restando sui monti? 71Se ti senti sicuro del tuo esercito, scendi giù in pianura e scontriamoci. Io ho dalla mia parte l'aiuto delle città. 72Infòrmati e verrai a sapere chi sono io e quelli che mi aiutano. Ti diranno anche che non potrete resistere contro di noi. Infatti, in passato, abbiamo sconfitto per ben due volte i vostri antenati nella loro terra. 73Perciò non potrai resistere davanti alla nostra cavalleria e al nostro esercito così grande. In questa pianura poi non c'è né roccia né alcun masso né altro posto dove nascondersi'.

Gionata sconfigge Apollonio

74Quando Gionata sentì le parole di Apollonio rimase sconvolto. Scelse diecimila uomini e partì da Gerusalemme, e suo fratello Simone gli andò incontro per aiutarlo. 75Gionata si accampò davanti alla città di Giaffa, ma gli abitanti chiusero le porte perché in città c'era già un presidio di Apollonio. Allora Gionata sferrò l'attacco, 76e gli abitanti, pieni di spavento, gli spalancarono le porte. Così Gionata si impadronì di Giaffa. 77Quando Apollonio lo seppe preparò tremila cavalieri e un grande esercito. Fece finta di andare verso la città di Asdod, ma poi si diresse subito verso la pianura. Infatti faceva affidamento sulla imponente cavalleria che aveva. 78Ma Gionata lo attaccò alle spalle presso la città di Asdod, e qui i loro eserciti si affrontarono. 79Apollonio però aveva fatto nascondere alle spalle degli uomini di Gionata un migliaio di cavalieri. 80Gionata se ne accorse ma il suo esercito fu accerchiato dai nemici e da mattino a sera rimasero sotto il tiro delle loro frecce. 81Le truppe però, secondo l'ordine di Gionata, riuscirono a resistere, mentre i cavalli dei nemici andavano perdendo le forze. 82Allora Simone fece avanzare il suo esercito e attaccò quello dei nemici e, siccome i cavalli erano stanchi, i nemici rimasero sconfitti e si diedero alla fuga. 83Alcuni cavalieri si dispersero nella pianura; altri invece fuggirono verso Asdod e per salvarsi entrarono nel tempio del loro dio Dagon. 84Gionata allora incendiò la città di Asdod e tutte le città vicine. Saccheggiò e incendiò il tempio di Dagon bruciando tutti quelli che vi si erano rifugiati. 85Nella battaglia e nell'incendio morirono circa ottomila uomini. 86Poi Gionata partì di là e fece schierare il suo esercito davanti alla città di Ascalona. Ma gli abitanti gli andarono incontro e lo ricevettero con grande onore. 87Quindi Gionata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino. 88Quando il re Alessandro fu informato di questi fatti, decise di dare a Gionata onori anche più grandi. 89Gli mandò una fibia d'oro, un dono riservato di solito ai più alti dignitari di corte. Inoltre lo fece padrone della città di Accaron con tutti i suoi territori.

(Testo CEI2008)

10
Giònata sommo sacerdote, stratega e governatore

1 Nell'anno centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antioco, s'imbarcò e occupò Tolemàide, dove fu ben accolto e cominciò a regnare. 2Quando lo seppe, il re Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro per fargli guerra. 3Demetrio mandò anche lettere a Giònata, con espressioni di amicizia per esaltarlo. 4Diceva infatti tra sé: «Affrettiamoci a far pace con Giònata, prima che lui la faccia con Alessandro contro di noi. 5Si ricorderà certo di tutti i mali che abbiamo causato a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo». 6Gli concesse facoltà di raccogliere milizie, di preparare armi e considerarsi suo alleato, e gli fece restituire gli ostaggi che erano nella Cittadella. 7Giònata venne a Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il popolo e a quelli della Cittadella, 8i quali ebbero grande timore quando sentirono che il re gli aveva concesso facoltà di arruolare milizie. 9Quelli della Cittadella perciò restituirono gli ostaggi a Giònata, che li rese ai loro genitori. 10Giònata allora pose la residenza a Gerusalemme e incominciò a ricostruire e rinnovare la città. 11Ordinò ai costruttori di edificare le mura e la cinta muraria del monte Sion con pietre quadrate per fortificazione, e così fecero. 12Gli stranieri che stavano nelle fortezze edificate da Bàcchide fuggirono, 13abbandonando ciascuno la sua posizione e tornando alla propria terra; 14solo a Bet-Sur rimasero alcuni traditori della legge e dei comandamenti, e fu quello il loro rifugio.
15Il re Alessandro seppe dell'ambasciata che Demetrio aveva mandato a Giònata; gli narrarono anche le battaglie e gli atti di valore che egli e i suoi fratelli avevano compiuto e le fatiche sopportate. 16Allora disse: «Troveremo un altro come lui? Facciamocelo amico e nostro alleato». 17Scrisse e spedì a lui questa lettera:
18«Il re Alessandro al fratello Giònata, salute! 19Abbiamo sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto a essere nostro amico. 20Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re - gli aveva inviato anche la porpora e la corona d'oro - perché tu favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi». 21Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese dell'anno centosessanta, nella festa delle Capanne, arruolò soldati e fece preparare molte armi.
22Demetrio venne a sapere queste cose e rattristato disse: 23«Perché abbiamo lasciato che Alessandro ci prevenisse nell'accaparrarsi l'amicizia dei Giudei a suo sostegno? 24Scriverò anch'io parole d'invito con proposte di onori e di doni, perché mi siano di aiuto». 25Scrisse loro in questi termini: «Il re Demetrio alla nazione dei Giudei, salute! 26Avete osservato le nostre alleanze, siete rimasti nella nostra amicizia e non siete passati ai nostri nemici: l'abbiamo saputo e ce ne siamo rallegrati. 27Continuate dunque a mantenerci la vostra fedeltà e ricambieremo con favori quello che farete per noi. 28Vi concederemo ampie immunità e vi invieremo doni. 29Fin da ora dispenso voi ed esonero tutti i Giudei dal tributo e dalla tassa del sale e dalle corone. 30Rinuncio anche da oggi in poi a riscuotere dalla Giudea e dai tre distretti che le sono annessi, dalla Samaria e dalla Galilea, la terza parte del grano e la metà dei frutti degli alberi che mi spetta, da oggi per sempre. 31Gerusalemme con il suo distretto sia santa ed esente dalle decime e dai tributi. 32Rinuncio al potere sulla Cittadella di Gerusalemme e la cedo al sommo sacerdote, perché vi stabilisca uomini da lui scelti a presidiarla. 33Rimetto in libertà senza compenso ogni persona giudea, fatta prigioniera fuori del paese di Giuda in tutti i miei domìni; tutti siano esonerati dai tributi, anche da quelli del bestiame. 34Tutte le feste, i sabati, i noviluni, i giorni stabiliti, il triduo prima e il triduo dopo la festa, siano tutti giorni di esenzione e di immunità per tutti i Giudei che sono nel mio regno; 35nessuno avrà il potere di intentare causa contro di loro o di disturbarli per alcun motivo. 36Si arruoleranno nell'esercito del re fino a trentamila uomini e sarà dato loro il soldo, come spetta a tutte le forze del re. 37Sarà posto di stanza qualcuno di loro nelle più grandi fortezze del re e alcuni di loro saranno preposti agli affari di fiducia del regno; i loro superiori e i comandanti saranno scelti tra di loro e potranno regolarsi secondo le loro leggi, come ha prescritto il re anche per la Giudea. 38I tre distretti assegnati alla Giudea, detraendoli dalla regione della Samaria, saranno riconosciuti alla Giudea e considerati come sottoposti a uno solo e non dipendenti da altra autorità che non sia quella del sommo sacerdote. 39Assegno Tolemàide e le sue dipendenze come dono al tempio di Gerusalemme, per le spese necessarie al santuario. 40Dai diritti del re sulle località di mia spettanza, io ogni anno assegno quindicimila sicli d'argento. 41Gli ulteriori contributi, che non sono stati versati dagli incaricati come negli anni precedenti, d'ora in poi saranno corrisposti per le opere del tempio. 42Oltre a ciò, i cinquemila sicli che venivano prelevati dall'ammontare delle entrate annuali del tempio, sono condonati anch'essi, perché appartengono ai sacerdoti che vi prestano servizio. 43Chiunque si rifugerà nel tempio di Gerusalemme e nella sua zona, con debiti da rendere al re o per qualunque motivo, sarà dichiarato libero con quanto gli appartiene nel mio regno. 44Per le costruzioni e i restauri nel tempio le spese saranno sostenute dalla cassa del re. 45Anche per la costruzione delle mura e delle fortificazioni intorno a Gerusalemme le spese saranno sostenute dall'erario del re e così per la costruzione di mura nella Giudea».
46Quando Giònata e il popolo intesero simili espressioni, non vi prestarono fede e non le accettarono, ricordando le grandi iniquità da lui compiute contro Israele e quanto li avesse fatti soffrire. 47Invece preferirono Alessandro, perché questi era stato il primo ad avviare trattative di pace, e gli furono sempre alleati.
48Il re Alessandro raccolse grandi forze e uscì in campo contro Demetrio. 49I due re attaccarono battaglia e l'esercito di Demetrio fu messo in fuga; Alessandro lo inseguì ed ebbe la meglio sulle sue truppe. 50La battaglia infuriò fino al tramonto del sole e Demetrio cadde ucciso in quel giorno. 51Alessandro mandò allora ambasciatori a Tolomeo, re d'Egitto, con questo messaggio: 52«Ecco, sono rientrato nel mio regno e mi sono seduto sul trono dei miei padri; ho ripreso il comando e ho sconfitto Demetrio e mi sono impadronito della nostra regione. 53Infatti gli ho mosso guerra ed egli e il suo esercito sono stati sconfitti da noi, sicché ci siamo seduti sul trono del suo regno. 54Ora, perciò, concludiamo tra noi un patto di amicizia; tu concedimi in sposa tua figlia, io sarò tuo genero e offrirò a te e a lei doni degni di te».
55Il re Tolomeo rispose: «Felice il giorno in cui sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei seduto sul trono del loro regno. 56Io farò quanto hai proposto, ma tu vienimi incontro fino a Tolemàide, perché possiamo vederci l'un l'altro, e io diventerò tuo suocero, come hai chiesto».
57Tolomeo partì dall'Egitto con la figlia Cleopatra e si recò a Tolemàide nell'anno centosessantadue. 58Gli andò incontro il re Alessandro: Tolomeo gli diede sua figlia Cleopatra e celebrò le sue nozze a Tolemàide, secondo lo stile dei re, in grande sfarzo.
59Il re Alessandro scrisse a Giònata di venirgli incontro. 60Egli andò con grande sfarzo a Tolemàide e s'incontrò con i due re; offrì a loro e ai loro amici oro e argento e molti doni, e si guadagnò il loro favore. 61Si accordarono però contro di lui uomini pestiferi d'Israele, traditori della legge, per deporre contro di lui, ma il re non prestò loro ascolto. 62Il re invece diede ordine di far deporre a Giònata le sue vesti e di rivestirlo della porpora, e l'ordine fu eseguito. 63Il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: «Attraversate con lui la città e proclamate che nessuno porti accuse contro di lui, per qualunque motivo, e nessuno gli rechi molestia in alcun modo». 64Ora, quando i suoi accusatori videro gli onori che riceveva, come proclamava il banditore, e che era stato rivestito di porpora, si dileguarono tutti. 65Il re gli conferì onori e lo ascrisse tra i suoi primi amici e lo costituì stratega e governatore della provincia. 66Così Giònata tornò a Gerusalemme in pace e gioia.

Giònata aumenta ancora il suo potere

67Nell'anno centosessantacinque Demetrio, figlio di Demetrio, venne da Creta nella terra dei suoi padri. 68Il re Alessandro, quando lo seppe, ne fu assai preoccupato e tornò ad Antiòchia. 69Demetrio affidò il governo della Celesiria ad Apollònio, il quale, radunato un grande esercito, si accampò presso Iàmnia e inviò al sommo sacerdote Giònata questo messaggio:
70«Soltanto tu ti sei alzato contro di noi e io sono diventato oggetto di derisione e di scherno a causa tua. Perché ti fai forte contro di noi stando sui monti? 71Ora, se sei tanto sicuro delle tue forze, scendi contro di noi nella pianura e qui misuriamoci, perché con me c'è la forza delle città. 72Infórmati e sappi chi sono io e chi sono gli altri che ci aiutano. Ti diranno: «Non potete tenere saldo il piede davanti a noi, perché già due volte sono stati da noi respinti i tuoi padri nella loro terra». 73Così ora non potrai resistere alla cavalleria e a un esercito come il nostro in pianura, ove non c'è roccia né scoglio né luogo in cui rifugiarsi». 74Quando Giònata intese le parole di Apollònio, ne ebbe l'animo irritato; scelse diecimila uomini e uscì da Gerusalemme. Suo fratello Simone gli venne incontro per aiutarlo. 75Si accampò presso Giaffa, ma gli abitanti avevano chiuso la città, perché a Giaffa c'era un presidio di Apollònio. Le diedero l'assalto 76e i cittadini, spaventati, aprirono. Così Giònata divenne padrone di Giaffa. 77Apollònio lo seppe e mise in campo tremila cavalieri e molte truppe e si mosse verso Azoto, come se intendesse fare quel percorso; ma subito si spinse nella pianura, poiché aveva una cavalleria numerosa, sulla quale contava. 78Giònata lo inseguì alle spalle in direzione di Azoto e gli eserciti attaccarono battaglia. 79Apollònio aveva lasciato un migliaio di cavalieri nascosti dietro di loro; 80Giònata però si era accorto che c'era un appostamento dietro di lui. Quelli circondarono il suo schieramento e lanciarono frecce contro le truppe dal mattino alla sera. 81Ma le truppe tennero fermo, come aveva ordinato Giònata, mentre i cavalli di quelli si stancarono. 82Allora Simone fece uscire le sue riserve e attaccò la falange e, poiché la cavalleria ormai era esausta, quelli furono da lui travolti e si diedero alla fuga; 83i cavalieri si dispersero nella pianura: fuggirono verso Azoto ed entrarono in Bet-Dagon, il tempio del loro idolo, in cerca di scampo. 84Giònata allora incendiò Azoto e le città dei dintorni, prese le loro spoglie e diede alle fiamme anche il tempio di Dagon con quanti vi si erano rifugiati. 85Gli uccisi di spada e i morti tra le fiamme assommarono a circa ottomila uomini. 86Poi Giònata tolse il campo di là e si accampò di fronte ad Àscalon, e i cittadini gli vennero incontro con grandi onori. 87Così Giònata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino. 88Il re Alessandro, udendo queste notizie, aumentò gli onori a Giònata; 89gli inviò la fibbia d'oro, che si usa donare ai parenti del re, e gli diede in possesso Ekron e tutto il suo territorio.

  > Libro: Primo libro dei Maccabei, Cap.: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16  


inizio pagina