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Sapienza
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(Testo CEI74)

15
Israele non è idolatra

1Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi,
conoscendo la tua potenza;
ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo.
3Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice di immortalità.
4Non ci indusse in errore
né l'invenzione umana di un'arte perversa,
né la sterile fatica dei pittori,
immagini deturpate di vari colori,
5la cui vista provoca negli stolti il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
6Amanti del male e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.

Follia dei fabbricanti di idoli

7Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi.
Ma con il medesimo fango modella
e i vasi che servono per usi decenti
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo stabilisce il vasaio.
8Quindi con odiosa fatica plasma
con il medesimo fango un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà là da dove fu tratto,
quando gli sarà richiesto l'uso fatto dell'anima sua.
9Ma egli non si preoccupa di morire
né di avere una vita breve;
anzi gareggia con gli orafi e con gli argentieri,
imita i lavoratori del bronzo
e ritiene un vanto plasmare cose false.
10Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
11perché disconosce il suo creatore,
colui che gli inspirò un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
12Ma egli considera un trastullo la nostra vita,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice: «Da tutto, anche dal male,
si deve trarre profitto».
13Costui infatti più di tutti sa di peccare,
fabbricando di materia terrestre
fragili vasi e statue.

Follia degli Egiziani: la loro idolatria universale

14Ma sono tutti stoltissimi
e più miserabili di un'anima infantile
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Essi considerarono dei anche tutti gli idoli dei pagani,
i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per sentire,
né dita delle mani per palpare;
e i loro piedi sono incapaci di camminare.
16Un uomo li ha fatti,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, una cosa morta produce con empie mani.
Egli è sempre migliore degli oggetti che adora,
rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai
18Venerano gli animali più ripugnanti,
che per stupidità
al paragone risultan peggiori degli altri;
19non sono tanto belli da invogliarsene,
come capita per l'aspetto di altri animali,
e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio.

(Testo TILC)

15
Il vero Dio e quelli dipinti

1Ma tu nostro Dio, sei un Dio fedele:
sei buono e paziente
e governi l'universo con grande amore.
2Anche se siamo colpevoli, ci mettiamo nelle
tue mani,
perché ti riconosciamo come nostro Signore
e non peccheremo più
perché sappiamo di appartenerti.
3Infatti chi ti conosce può vivere come vuoi
tu
e chi ti riconosce come signore si assicura
una vita immortale.
4Non ci ha indotto in errore l'invenzione di
un'arte cattiva
la fatica sterile dei pittori che dosano luci
e ombre
e abbozzano immagini con vari colori.
5Queste figure risvegliano la passione della
gente superficiale
che si innamora di forme e di immagini
senza vita.
6Quelli che le fabbricano, le ammirano o le
adorano
amano il male e sono degni di simili speranze.

Fabbricano idoli di argilla
7Il vasaio a fatica impasta l'argilla
e modella oggetti diversi per i bisogni di
tutti i giorni.
Con la medesima argilla forma,
uno dopo l'altro e alla stessa maniera,
piatti per mangiare e vasi da notte.
Per gli uni e per gli altri è lui che decide
a cosa dovranno servire.
8Poi, con la stessa argilla,
fa un idolo senza personalità.
Ma questa è una fatica sbagliata:
egli è appena stato tratto dalla terra
e tra poco deve ritornarci
e restituire la vita che ha avuto in prestito.
9Ma lui non pensa che deve morire
e che la sua vita è breve.
Vuol far concorrenza con chi lavora l'oro
e l'argento,
imita chi fonde il bronzo
e pensa che sia un onore modellare cose
false.
10Ma cenere sono i valori in cui crede,
le sue speranze sono un pugno di mosche
e la sua vita conta meno dell'argilla.
11Ma non riconosce colui che lo ha
plasmato
e gli ha dato la vita, la forza di agire
e lo spirito che lo fa vivere.
12Per lui la vita è un passatempo,
l'esistenza un mercato, un'occasione per
far soldi,
dice che bisogna approfittare di tutto,
anche del male.
13Costui più di tutti sa di peccare,
quando con la terra costruisce
cose fragili e statue di dèi.

Chi adora gli idoli è uno stupido
14I nemici del tuo popolo
e quelli che lo hanno oppresso sono infelici
e hanno meno cervello di un bambino.
15Infatti hanno adorato gli idoli di tutti i
popoli,
idoli che non possono usare gli occhi per
vedere,
il naso per respirare, le orecchie per
ascoltare,
le dita per toccare,
i piedi per camminare.
16Perché li ha fatti un uomo,
uno che ha ricevuto lo spirito solo in
prestito.
Certo, nessuno è capace di modellare un dio
che assomigli almeno un po' al vero Dio.
17Con mani empie, un mortale può costruire
soltanto cose morte;
l'uomo vale ben più delle statue che adora;
infatti lui ha ricevuto la vita,
quelle no di certo.
18Questi uomini adorano le bestie più
schifose,
che per stupidità risultano peggiori di tutte
le altre.
19Mentre certi animali possono essere
simpatici,
questi non sono nemmeno belli;
anzi Dio non li ha approvati
e non si è curato di loro.

(Testo CEI2008)

15
La fedeltà di Israele all'unico vero Dio

1 Ma tu, nostro Dio, sei buono e veritiero,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
2Anche se pecchiamo, siamo tuoi, perché conosciamo la tua potenza;
ma non peccheremo più, perché sappiamo di appartenerti.
3Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice d'immortalità.
4Non ci indusse in errore né l'invenzione umana di un'arte perversa,
né il lavoro infruttuoso di coloro che disegnano ombre,
immagini imbrattate di vari colori,
5la cui vista negli stolti provoca il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
6Amanti di cose cattive e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.

Il fabbricante di idoli

7Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni vaso.
Ma con il medesimo fango modella
i vasi che servono per usi nobili
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo giudica colui che lavora l'argilla.
8Quindi, mal impiegando la fatica,
con il medesimo fango plasma un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà alla terra da cui fu tratto,
quando gli sarà richiesta l'anima, avuta in prestito.
9Tuttavia egli si preoccupa non perché sta per morire
o perché ha una vita breve,
ma di gareggiare con gli orafi e con gli argentieri,
di imitare coloro che fondono il bronzo,
e ritiene un vanto plasmare cose false.
10Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
11perché disconosce colui che lo ha plasmato,
colui che gli inspirò un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
12Ma egli considera la nostra vita come un gioco da bambini,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice che da tutto, anche dal male, si deve trarre profitto.
13Costui infatti sa di peccare più di tutti,
fabbricando con materia terrestre fragili vasi e statue.

Stoltezza degli Egiziani, dediti all'idolatria

14Ma sono tutti stoltissimi e più miserabili di un piccolo bambino
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
15Perché essi considerarono dèi anche tutti gli idoli delle nazioni,
i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per udire,
né dita delle mani per toccare,
e i loro piedi non servono per camminare.
16Infatti li ha fabbricati un uomo,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
17essendo mortale, egli fabbrica una cosa morta con mani empie.
Egli è sempre migliore degli oggetti che venera,
rispetto ad essi egli ebbe la vita, ma quelli mai.
18Venerano anche gli animali più ripugnanti,
che per stupidità, al paragone, risultano peggiori degli altri.
19Non sono tali da invaghirsene,
come capita per il bell'aspetto di altri animali;
furono persino esclusi dalla lode e dalla benedizione di Dio.

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