B I B B I A .net   > Bibbia CEI 2008 > Bibbia CEI 1974 > La Bibbia TILC

Antico Gen Es Lv Nm Dt - Gios Gdc Rut 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Nee Tob Gdt Est 1Mac 2Mac
Testam. Gb Sal Prv Qo Cant Sap Sir - Is Ger Lam Bar Ez Dan Os Gioe Am Abd Gion Mich Naum Abac Sof Agg Zacc Mal

NuovoT. Mt Mc Lc Gv - At - Rom 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tit Flm Ebr - Giac 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd - Ap

(Versione sperimentale)
Ricerca per citazione:
CEI 2008:   CEI 74:   TILC:    Mostra N.Versetto:     

Ricerca per parola:
cerca all'interno di
CEI 2008:   CEI 74:   TILC:    Mostra N.Versetto:     
 
Sapienza
  > Libro: Sapienza, Cap.: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19  

(Testo TILC)

13
Processo all'idolatria
Il culto della natura

1Tutti quelli che non conoscono Dio,
nella loro debolezza si illudono.
Vedono le cose buone
ma non sanno risalire alla loro fonte;
prendono in considerazione le opere,
ma non sanno riconoscere l'artista che le
ha fatte.
2Essi ritengono divinità messe a capo del
mondo
il soffio vitale, l'aria leggera,
le costellazioni e l'acqua impetuosa,
il sole e la luna.
3Ma, se affascinati dalla loro bellezza
arrivano a considerarli dèi,
sappiano che il Signore di queste cose è
ancora più grande:
colui che le ha fatte è la sorgente stessa
della bellezza.
4Se sono presi da stupore per la loro
potenza ed energia,
imparino da loro quanto è più forte chi le
ha fatte.
5Perché, a partire dalle creature grandi e
belle,
ci si può fare un'idea del loro autore al
quale assomigliano.

6Ma questi uomini non si devon
rimproverare troppo.
Infatti forse si sbagliano
proprio mentre cercano Dio e vogliono
trovarlo.
7Tutti dediti alle sue opere, le indagano
e cedono alla loro bellezza,
perché sono belle le cose visibili.
8Però non si possono interamente scusare.
9Se infatti sono riusciti a esplorare
tutti i segreti del mondo,
come mai non sono stati i primi a scoprire
il Signore del mondo?

Il falegname si fabbrica il suo Dio
10Sono dei poveri diavoli, loro e tutte le
loro speranze,
quelli che invocano come divinità le opere
fatte da uomini.
Hanno fiducia in cose senza vita:
oro e argento lavorati con arte,
statue che copiano esseri viventi,
pietre senza valore, lavorate da mani
esperte.
11Prendiamo per esempio il falegname:
taglia un arboscello,
un legno facile da maneggiare.
Pratico del mestiere, toglie la corteccia.
Con la sua abilità lo lavora
e ottiene un oggetto utile per i bisogni di
tutti i giorni.
12Il legno che gli è rimasto
lo mette sul fuoco
per prepararsi il cibo e sfamarsi.
13Quel che gli avanza ancora e non serve più
a nulla
perché è storto e pieno di nodi,
lo prende e, per occupare il tempo, lo
scolpisce.
Con la passione propria dei momenti di
svago
riesce a dargli una figura
e ottiene l'immagine di un uomo
14o di un animale spregevole.
Poi lo colora di rosso,
prima con una terra speciale e poi con
alghe
finché non c'è più nessuna macchia.
15Poi cerca un posto adatto dove metterlo,
lo pone su una parete e lo fissa con un
chiodo;
16si preoccupa perché non cada.
Sa bene che è un pezzo di legno
incapace di pensare a se stesso:
è solo una statua e ha bisogno di aiuto.
17Eppure si mette a pregarlo
per gli affari, per le nozze, per i figli;
non si vergogna di parlare a una cosa che
non ha vita.
Per la propria salute si rivolge a una cosa
debole,
18per la vita a una cosa morta,
per ricevere un aiuto prega chi è senza
mezzi,
per i suoi viaggi chi è incapace di fare un
passo.
19Per guadagnarsi il pane, per il successo e
per il lavoro delle sue mani,
chiede aiuto a chi non riesce nemmeno a
muovere una mano.

(Testo CEI2008)

13
Critica al culto della natura

1 Davvero vani per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio,
e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è,
né, esaminandone le opere, riconobbero l'artefice.
2Ma o il fuoco o il vento o l'aria veloce,
la volta stellata o l'acqua impetuosa o le luci del cielo
essi considerarono come dèi, reggitori del mondo.
3Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi,
pensino quanto è superiore il loro sovrano,
perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza.
4Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia,
pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati.
5Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si contempla il loro autore.
6Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi facilmente s'ingannano
cercando Dio e volendolo trovare.
7Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura
e si lasciano prendere dall'apparenza
perché le cose viste sono belle.
8Neppure costoro però sono scusabili,
9perché, se sono riusciti a conoscere tanto
da poter esplorare il mondo,
come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?

Critica al culto degli idoli

10Infelici anche coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dèi le opere di mani d'uomo,
oro e argento, lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
11Ecco un falegname:
dopo aver segato un albero maneggevole,
ha tagliato facilmente tutta la corteccia intorno
e, avendolo lavorato abilmente,
ha preparato un oggetto utile alle necessità della vita;
12raccolti poi gli avanzi del suo lavoro,
li consuma per prepararsi il cibo e saziarsi.
13Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno contorto e pieno di nodi,
lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
con l'abilità dei momenti di riposo gli dà una forma,
lo fa simile a un'immagine umana
14oppure a quella di un animale spregevole.
Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie
e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
15quindi, preparatagli una degna dimora,
lo colloca sul muro, fissandolo con un chiodo.
16Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto.
17Quando prega per i suoi beni, per le nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell'oggetto inanimato,
e per la sua salute invoca un essere debole,
18per la sua vita prega una cosa morta,
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio uno che non può usare i suoi piedi;
19per un guadagno, un lavoro e un successo negli affari,
chiede abilità a uno che è il più inabile con le mani.

  > Libro: Sapienza, Cap.: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19  


inizio pagina