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Salmi
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(Testo CEI74)

81
Per la festa delle capanne

Al maestro del coro. Su «I torchi...». Di Asaf.

Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate al Dio di Giacobbe.
Intonate il canto e suonate il timpano,
la cetra melodiosa con l'arpa.
Suonate la tromba
nel plenilunio, nostro giorno di festa.

Questa è una legge per Israele,
un decreto del Dio di Giacobbe.
Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe,
quando usciva dal paese d'Egitto.
Un linguaggio mai inteso io sento:

«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell'angoscia
e io ti ho liberato,
avvolto nella nube ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.

Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;
Israele, se tu mi ascoltassi!
Non ci sia in mezzo a te un altro dio
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto;
apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito.
L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore,
che seguisse il proprio consiglio.

Se il mio popolo mi ascoltasse,
se Israele camminasse per le mie vie!
Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari porterei la mia mano.

I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;
li nutrirei con fiore di frumento,
li sazierei con miele di roccia».

(Testo TILC)

81
(80) Messaggio per la festa delle Capanne

Per il direttore del coro. Sulla melodia 'I torchi'. Salmo di Asaf.

Gridate di gioia a Dio, nostra forza!
Acclamate il Dio di Giacobbe!
Intonate il canto, battete il tamburo,
fate vibrare l'arpa e la cetra.
Suonate la tromba per l'inizio del mese!
Per la luna piena celebrate la festa!
È una legge per il popolo d'Israele,
una decisione del Dio di Giacobbe:
norma che ha fissato
alla famiglia di Giuseppe,
quando usciva dalla terra d'Egitto.

Sento una voce sconosciuta che dice:
Ho tolto il peso dalle tue spalle,
ho liberato le tue mani dai lavori forzati.
Quando vivevi nell'oppressione,
tu mi hai chiamato e ti ho liberato.
Dal fondo dell'uragano ti ho risposto,
alle fonti di Meriba ti ho messo
alla prova.

Fa' attenzione, o mio popolo: io ti avverto:
Israele, questa volta ascoltami!
non ci sia tra voi un altro dio,
non adorate divinità straniere.
Io sono il Signore, il tuo Dio:
ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto;
ti ho detto: 'Apri la bocca e ti sazierò'.

Ma il mio popolo non mi ha ascoltato,
Israele non ha voluto saperne.
Allora li ho abbandonati
alla loro ostinazione,
ciascuno al proprio capriccio.

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele volesse seguirmi!
Subito sconfiggerei i suoi nemici,
alzerei la mano contro i suoi avversari!
Verrebbero ad adulare Israele
quelli che ora mi odiano:
sarebbe la loro sorte per sempre.
E io lo nutrirei con il miglior frumento,
lo sazierei con il miele più squisito.

(Testo CEI2008)

81
Invito ad ascoltare il Signore

Al maestro del coro. Su «I torchi». Di Asaf.

Esultate in Dio, nostra forza,
acclamate il Dio di Giacobbe!

Intonate il canto e suonate il tamburello,
la cetra melodiosa con l'arpa.

Suonate il corno nel novilunio,
nel plenilunio, nostro giorno di festa.

Questo è un decreto per Israele,
un giudizio del Dio di Giacobbe,

una testimonianza data a Giuseppe,
quando usciva dal paese d'Egitto.
Un linguaggio mai inteso io sento:

»Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.

Hai gridato a me nell'angoscia
e io ti ho liberato;
nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.

Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.

Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d'Egitto:
apri la tua bocca, la voglio riempire.

Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito:

l'ho abbandonato alla durezza del suo cuore.
Seguano pure i loro progetti!

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!

Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari volgerei la mia mano;

quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre.

Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».

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