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Giobbe
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(Testo CEI74)

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Fiducia in Dio

1Elifaz il Temanita prese la parola e disse:

2Se si tenta di parlarti, ti sarà forse gravoso?
Ma chi può trattenere il discorso?
3Ecco, tu hai istruito molti
e a mani fiacche hai ridato vigore;
4le tue parole hanno sorretto chi vacillava
e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
5Ma ora questo accade a te e ti abbatti;
capita a te e ne sei sconvolto.
6La tua pietà non era forse la tua fiducia
e la tua condotta integra, la tua speranza?
7Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai furon distrutti gli uomini retti?
8Per quanto io ho visto, chi coltiva iniquità,
chi semina affanni, li raccoglie.
9A un soffio di Dio periscono
e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
10Il ruggito del leone e l'urlo del leopardo
e i denti dei leoncelli sono frantumati.
11Il leone è perito per mancanza di preda
e i figli della leonessa sono stati dispersi.
12A me fu recata, furtiva, una parola
e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
13Nei fantasmi, tra visioni notturne,
quando grava sugli uomini il sonno,
14terrore mi prese e spavento
e tutte le ossa mi fece tremare;
15un vento mi passò sulla faccia,
e il pelo si drizzò sulla mia carne...
16Stava là ritto uno, di cui non riconobbi l'aspetto,
un fantasma stava davanti ai miei occhi...
Un sussurro..., e una voce mi si fece sentire:
17«Può il mortale essere giusto davanti a Dio
o innocente l'uomo davanti al suo creatore?
18Ecco, dei suoi servi egli non si fida
e ai suoi angeli imputa difetti;
19quanto più a chi abita case di fango,
che nella polvere hanno il loro fondamento!
Come tarlo sono schiacciati,
20annientati fra il mattino e la sera:
senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
21La funicella della loro tenda

non viene forse strappata?
Muoiono senza saggezza!».

(Testo TILC)

4
PRIMO CICLO DI DISCORSI

1A questo punto Elifaz, della città di Teman, disse:

ELlFAZ

Dio punisce chi sbaglia

2'Giobbe, potrà dispiacerti, ma non posso
fare a meno
di dirti quel che penso:
3Tu, per molti, sei stato un maestro,
hai consolato chiunque era abbattuto.
4Con le tue parole
hai dato forza agli sfiduciati,
coraggio a quanti tremavano le ginocchia.
5Ma ora, che sei stato colpito anche tu,
diventi impaziente e non ti sai rassegnare.
6Tu che confidi in Dio, e sei irreprensibile,
perché non hai fiducia e speranza?
7Sai bene che nessun innocente
è morto nella disgrazia;
gli onesti non vengono distrutti!
8È certo invece
che miete tempesta chi semina vento!
9Dio è in collera contro di loro,
li consuma, li stermina.
10Urlino pure come leoni,
Dio spezza i loro denti;
11come i leoni, essi muoiono per mancanza
di preda
e i loro figli sono dispersi.

Nessuno è giusto davanti a Dio

12'Ho sentito una parola,
l'ho percepita appena, come un bisbiglio.
13Come un incubo notturno
incombe su uno che dorme,
14io fui preso dal terrore,
cominciai a tremare,
il gelo mi entrò nelle ossa,
15un soffio leggero sfiorò la mia faccia,
mi si drizzarono i capelli.
16C'era qualcuno davanti ai miei occhi,
ma non potevo vederlo bene.
Una voce misteriosa sussurrò:
17'Nessuno è giusto davanti a Dio,
nessuno è puro davanti al suo creatore.
18Dio non conta nemmeno sui suoi servitori
celesti,
trova difetti anche nei suoi angeli;
19tanto più ne trova negli uomini che
abitano in case d'argilla,
con le fondamenta nella polvere.
Questi vengono schiacciati come vermi,
20polverizzati nel volgere di un giorno,
periscono tra l'indifferenza di tutti.
21Se il filo della loro vita viene spezzato,
muoiono senza aver imparato niente
di saggio'.

(Testo CEI2008)

4
PRIMO DISCORSO DI ELIFAZ

1 Elifaz di Teman prese a dire:

Dio punisce i cattivi e corregge i buoni

2«Se uno tenta di parlare, ti sarà gravoso?
Ma chi può trattenere le parole?
3Ecco, sei stato maestro di molti
e a mani stanche hai ridato vigore;
4le tue parole hanno sorretto chi vacillava
e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato.
5Ma ora che questo accade a te, ti è gravoso;
capita a te e ne sei sconvolto.
6La tua pietà non era forse la tua fiducia,
e la tua condotta integra la tua speranza?
7Ricordalo: quale innocente è mai perito
e quando mai uomini retti furono distrutti?
8Per quanto io ho visto, chi ara iniquità
e semina affanni, li raccoglie.
9A un soffio di Dio periscono
e dallo sfogo della sua ira sono annientati.
10Ruggisce il leone, urla la belva,
e i denti dei leoncelli si frantumano;
11il leone perisce per mancanza di preda,
e i figli della leonessa si disperdono.

L'uomo non può essere giusto davanti a Dio

12A me fu recata, furtiva, una parola
e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro.
13Negli incubi delle visioni notturne,
quando il torpore grava sugli uomini,
14terrore mi prese e spavento,
che tutte le ossa mi fece tremare;
15un vento mi passò sulla faccia,
sulla pelle mi si drizzarono i peli.
16Stava là uno, ma non ne riconobbi l'aspetto,
una figura era davanti ai miei occhi.
Poi udii una voce sommessa:
17«Può l'uomo essere più retto di Dio,
o il mortale più puro del suo creatore?
18Ecco, dei suoi servi egli non si fida
e nei suoi angeli trova difetti,
19quanto più in coloro che abitano case di fango,
che nella polvere hanno il loro fondamento!
Come tarlo sono schiacciati,
20sono annientati fra il mattino e la sera,
senza che nessuno ci badi, periscono per sempre.
21Non viene forse strappata la corda della loro tenda,
sicché essi muoiono, ma senza sapienza?».

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