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Giobbe
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(Testo CEI74)

31
Apologia di Giobbe

1Avevo stretto con gli occhi un patto
di non fissare neppure una vergine.
2Che parte mi assegna Dio di lassù
e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto?
3Non è forse la rovina riservata all'iniquo
e la sventura per chi compie il male?
4Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
5Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
6mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconoscerà la mia integrità.
7Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguito i miei occhi,
se alla mia mano si è attaccata sozzura,
8io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
9Se il mio cuore fu sedotto da una donna
e ho spiato alla porta del mio prossimo,
10mia moglie macini per un altro
e altri ne abusino;
11difatti quello è uno scandalo,
un delitto da deferire ai giudici,
12quello è un fuoco che divora fino alla distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
13Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
14che farei, quando Dio si alzerà,
e, quando farà l'inchiesta, che risponderei?
15Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel seno?
16Mai ho rifiutato quanto brama il povero,
né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
17mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse l'orfano,
18poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin
dall'infanzia
e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
19Se mai ho visto un misero privo di vesti
o un povero che non aveva di che coprirsi,
20se non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi,
o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
21se contro un innocente ho alzato la mano,
perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
22mi si stacchi la spalla dalla nuca
e si rompa al gomito il mio braccio,
23perché mi incute timore la mano di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
24Se ho riposto la mia speranza nell'oro
e all'oro fino ho detto: «Tu sei la mia fiducia»;
25se godevo perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano;
26se vedendo il sole risplendere
e la luna chiara avanzare,
27si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
28anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale,
perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.
29Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico
e ho esultato perché lo colpiva la sventura,
30io che non ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurando la sua morte con imprecazioni?
31Non diceva forse la gente della mia tenda:
«A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi?».
32All'aperto non passava la notte lo straniero
e al viandante aprivo le mie porte.
33Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia colpa,
tenendo celato il mio delitto in petto,
34come se temessi molto la folla,
e il disprezzo delle tribù mi spaventasse,
sì da starmene zitto senza uscire di casa.
38Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono con essa;
39se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori,
40in luogo di frumento, getti spine,
ed erbaccia al posto dell'orzo.
35Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
36vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
37Il numero dei miei passi gli manifesterei

e mi presenterei a lui come sovrano.

(Testo TILC)

31
Giobbe si dichiara innocente

1'Io avevo imposto ai miei occhi
di non guardare con passione le ragazze.
2Ma che cosa mi riserva Dio
che sta in alto?
L'Onnipotente che abita luoghi altissimi
che cosa mi dà?
3Agli ingiusti egli manda disgrazie,
riserva disastri per i malvagi.

4Dio vede tutte le mie azioni,
conta ogni mio passo.
5Sono stato sincero nelle mie azioni,
non ho mai commesso imbrogli.
6Desidero essere pesato con una bilancia
giusta
e Dio vedrà la mia onestà.

7Se ho abbandonato la retta via,
se ho desiderato quello che vedevo,
se mi sono macchiato le mani,
8allora che io semini e un altro
ne mangi i frutti,
che i miei raccolti siano devastati.
9Se ho desiderato la donna di un altro
e mi sono appostato alla sua porta,
10allora che mia moglie serva un altro
e diventi la donna di tutti.
11Infatti avrei commesso un'infamia,
un delitto per qualsiasi giudice;
12avrei attizzato un fuoco distruttore
in tutte le mie proprietà.

13Se avessi rifiutato il diritto
del mio servo o della mia serva
quando hanno reclamato contro di me,
14niente potrei fare quando Dio
mi giudicherà,
non saprei rispondergli quando me ne
chiederà conto.
15Dio ha fatto sia me sia il mio servo,
egli ci ha formati nel grembo materno.

16Io non mi sono tenuto il pane dei poveri,
né ho fatto piangere le vedove;
17non ho mangiato il mio pane da solo,
ma l'ho diviso con l'orfano,
18e sin da giovane gli ho fatto da padre,
l'ho guidato sin da quand'ero ragazzo.

19Quando ho visto un povero senza vestito
o qualcuno tremare di freddo,
20l'ho ricoperto con la lana
delle mie pecore,
ed egli mi ha ringraziato di cuore.
21Anche se i giudici erano miei amici,
non ho mai oppresso l'orfano.
22Mi si stacchino le braccia se non è così;
che io rimanga mutilato.
23Io ho sempre temuto la punizione di Dio
e non mi sono mai opposto
alla sua potenza.

24Non ho mai riposto fiducia nel mio oro,
l'oro fino non mi ha dato sicurezza.
25Non sono stato orgoglioso delle mie
ricchezze,
di quello che sono riuscito a guadagnare.
26La vista del sole splendente
o l'avanzare maestoso della luna
27non mi hanno tentato.
Non ho mai adorato gli astri.
28Qualsiasi giudice avrebbe condannato
anche questa azione,
perché non sarei stato fedele al Dio
altissimo.
29Non mi sono rallegrato per la disgrazia del
mio nemico,
la sua rovina non mi ha mai procurato
piacere.
30Non ho mai commesso il peccato
di chieder la morte del mio nemico.
31Ho dato da mangiare carne ai forestieri,
i miei servi ne sono testimoni.
32La mia casa è stata aperta ai viandanti,
nessuno di loro ha passato la notte
per la strada.
33Io non ho cercato di mascherare
le mie colpe,
come fanno tanti altri,
34per poi temere le folle,
avere paura delle critiche del vicinato
e rimanermene a casa in silenzio.
35Chi mi darà ascolto?
Io ho finito.
Mi risponda l'Onnipotente; il mio nemico scriva le sue accuse
in un rotolo.
36Io lo porterei con orgoglio sulle spalle,
o sulla testa come una corona,
37così gli potrei rendere conto
di ogni mia azione,
e mi presenterei a lui come un principe.

38Se la mia terra gridasse
e i suoi solchi piangessero per colpa mia,
39perché ne ho mangiato i frutti
senza pagare
e fatto morire il suo primo proprietario:
40allora spuntino rovi invece di grano,
al posto dell'orzo nascano spine'.

Qui finiscono i discorsi di Giobbe.

(Testo CEI2008)

31
Sicuro della propria innocenza, Giobbe si appella a Dio

1 Ho stretto un patto con i miei occhi,
di non fissare lo sguardo su una vergine.
2E invece, quale sorte mi assegna Dio di lassù
e quale eredità mi riserva l'Onnipotente dall'alto?
3Non è forse la rovina riservata all'iniquo
e la sventura per chi compie il male?
4Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
5Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
6mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconosca la mia integrità.
7Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguìto i miei occhi,
se la mia mano si è macchiata,
8io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
9Se il mio cuore si lasciò sedurre da una donna
e sono stato in agguato alla porta del mio prossimo,
10mia moglie macini per un estraneo
e altri si corichino con lei;
11difatti quella è un'infamia,
un delitto da denunciare,
12quello è un fuoco che divora fino alla distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
13Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
14che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare,
e che cosa risponderei, quando aprisse l'inquisitoria?
15Chi ha fatto me nel ventre materno,
non ha fatto anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel grembo?
16Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano,
se ho lasciato languire gli occhi della vedova,
17se da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse anche l'orfano
18- poiché fin dall'infanzia come un padre io l'ho allevato
e, appena generato, gli ho fatto da guida -,
19se mai ho visto un misero senza vestito
o un indigente che non aveva di che coprirsi,
20se non mi hanno benedetto i suoi fianchi,
riscaldàti con la lana dei miei agnelli,
21se contro l'orfano ho alzato la mano,
perché avevo in tribunale chi mi favoriva,
22mi si stacchi la scapola dalla spalla
e si rompa al gomito il mio braccio,
23perché mi incute timore il castigo di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
24Se ho riposto la mia speranza nell'oro
e all'oro fino ho detto: «Tu sei la mia fiducia»,
25se ho goduto perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano,
26se, vedendo il sole risplendere
e la luna avanzare smagliante,
27si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
28anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare,
perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto.
29Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico?
Ho esultato perché lo colpiva la sventura?
30Ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurandogli la morte con imprecazioni?
31La gente della mia tenda esclamava:
»A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?».
32All'aperto non passava la notte il forestiero
e al viandante aprivo le mie porte.
33Non ho nascosto come uomo la mia colpa,
tenendo celato nel mio petto il mio delitto,
34come se temessi molto la folla
e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse,
tanto da starmene zitto, senza uscire di casa.
38Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono a una sola voce,
39se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare i suoi coltivatori,
40ain luogo di frumento mi crescano spini
ed erbaccia al posto dell'orzo.
35Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
36vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
37Gli renderò conto di tutti i miei passi,
mi presenterei a lui come un principe».
40bSono finite le parole di Giobbe.

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