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Secondo libro di Samuele
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(Testo CEI74)

14
1Ioab figlio di Zeruià si accorse che il cuore del re era contro Assalonne. 2Allora mandò a chiamare a Tekòa e fece venire una donna saggia e le disse: «Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compòrtati da donna che pianga da molto tempo un morto; 3poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab le mise in bocca le parole da dire. 4La donna di Tekòa andò dunque dal re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiuto, o re!». 5Il re le disse: «Che hai?». Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova; mio marito è morto. 6La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra di loro a contesa in campagna e nessuno li separava; così uno colpì l'altro e l'uccise. 7Ed ecco tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo: consegnaci l'uccisore del fratello, perché lo facciamo morire per vendicare il fratello che egli ha ucciso. Elimineranno così anche l'erede e spegneranno l'ultima bracia che mi è rimasta e non lasceranno a mio marito né nome, né discendenza sulla terra». 8Il re disse alla donna: «Và pure a casa: io darò ordini a tuo riguardo». 9La donna di Tekòa disse al re: «Re mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono sono innocenti». 10E il re: «Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me e vedrai che non ti molesterà più». 11Riprese: «Il re pronunzi il nome del Signore suo Dio perché il vendicatore del sangue non aumenti la disgrazia e non mi sopprimano il figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!». 12Allora la donna disse: «La tua schiava possa dire una parola al re mio signore!». Egli rispose: «Parla». 13Riprese la donna: «Allora perché pensi così contro il popolo di Dio? Intanto il re, pronunziando questa sentenza si è come dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha bandito. 14Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non si può più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché il proscritto non sia più bandito lontano da lui. 15Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore, è perché la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: Voglio parlare al re; forse il re farà quanto gli dirà la sua schiava; 16il re ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di quelli che cercano di sopprimere me e mio figlio dalla eredità di Dio». 17La donna concluse: «La parola del re mio signore conceda la calma. Perché il re mio signore è come un angelo di Dio per distinguere il bene e il male. Il Signore tuo Dio sia con te!». 18Il re rispose e disse alla donna: «Non tenermi nascosto nulla di quello che io ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re mio signore». 19Disse il re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re mio signore, non si può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua schiava. 20Per dare alla cosa un'altra faccia, il tuo servo Ioab ha agito così; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa quanto avviene sulla terra».

21Allora il re disse a Ioab: «Ecco, voglio fare quello che hai chiesto; và dunque e fà tornare il giovane Assalonne». 22Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, re mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha chiesto». 23Ioab dunque si alzò, andò a Ghesùr e condusse Assalonne a Gerusalemme. 24Ma il re disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritirò in casa e non vide la faccia del re.

Alcuni dettagli su Assalonne

25Ora in tutto Israele non vi era uomo che fosse tanto lodato per la sua bellezza quanto Assalonne; dalle piante dei piedi alla cima del capo, non vi era in lui un difetto alcuno. 26Quando si faceva tagliare i capelli, e se li faceva tagliare ogni anno perché la capigliatura gli pesava troppo, egli pesava i suoi capelli e il peso era di duecento sicli a peso del re. 27Ad Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamàr, che era donna di bell'aspetto.

Assalonne ottiene il perdono

28Assalonne abitò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re. 29Poi Assalonne convocò Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle andare da lui; lo convocò una seconda volta, ma Ioab non volle andare. 30Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l'orzo; andate ed appiccatevi il fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo. 31Allora Ioab si alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?». 32Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui, voglio mandarti a dire al re: Perché sono tornato da Ghesùr? Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là. Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è in me colpa, mi faccia morire!». 33Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Assalonne, il quale venne e si prostrò con la faccia a terra davanti a lui; il re baciò Assalonne.

(Testo TILC)

14
Assalonne torna a Gerusalemme

1Ioab figlio di Zeruia si accorse che Davide pensava ad Assalonne. 2Mandò a chiamare una donna saggia del villaggio di Tekoa e le disse: 'Fingi di essere in lutto: non profumarti, mettiti l'abito da lutto, insomma comportati come una che piange un morto da molti giorni. 3Poi va' a parlare al re'. E Ioab suggerì alla donna quel che doveva dire. 4La donna di Tekoa andò dal re, lo salutò con l'inchino fino a terra e cominciò:
- Aiutami, o mio re!
5 - Che cosa ti occorre? - Sono una povera vedova in lutto, - rispose; - mio marito è morto. 6Avevo due figli. Essi un giorno litigarono in campagna: non c'era nessuno che li separasse, così uno ha colpito l'altro e l'ha ucciso. 7Allora, o mio re, i parenti sono corsi da me a dirmi: 'Consegnaci l'assassino: dobbiamo ucciderlo per vendicare il fratello che ha ammazzato; dobbiamo impedire che diventi lui l'erede'. Così, o mio re, spegneranno l'ultima speranza che mi resta, lasceranno il mio povero marito senza un figlio che continui il suo nome.
8- Torna a casa tranquilla, - rispose Davide, - provvederò io al caso tuo.
9- Mio signore, - replicò la donna di Tekoa, - ogni responsabilità ricada su di me e sulla mia famiglia, non su di te e sulla tua corte.
10- No, - rispose il re; - se qualcuno avrà da dire qualcosa contro di te, mandalo qui e non ti infastidirà più.
11- Allora - continuò la donna - in nome del Signore tuo Dio, ordina che la vendetta di sangue non aggravi la disgrazia e che non sia ucciso anche l'altro mio figlio.
- Lo giuro per il Signore, - rispose Davide. - Non permetterò che si tocchi un capello a tuo figlio. 12 - Posso dire ancora una parola al mio re? insistette la donna.
- Parla!
13 - Perché allora, - disse la donna, - non giudichi allo stesso modo a favore del popolo di Dio? Dopo quanto hai detto a me, hai torto a impedire il ritorno di quella persona che lasci in esilio. 14Quando moriamo, noi siamo come acqua versata per terra che non si può più raccogliere. Ma Dio non vuole la morte, anzi può dare disposizioni perché l'esiliato ritorni nella sua terra. 15Ad ogni modo, io sono venuta a dirti queste cose, o mio re, perché la gente mi ha messo paura. Pur essendo una tua povera serva, speravo che tu avresti seguito il mio consiglio. 16Pensavo che tu mi avresti ascoltata e liberata dalle mani di chi vuol eliminare me e il mio unico figlio dall'eredità di Dio. 17Quanto a me, ero certa che la parola del mio re mi sarebbe stata di aiuto, perché il mio re è come un angelo di Dio e sa distinguere il bene dal male. Il Signore tuo Dio sia sempre con te!
18Il re allora chiese alla donna:
- Adesso rispondimi con sincerità.
- Domanda pure, o re, - disse la donna.
19- C'è la mano di Ioab in tutto questo? - chiese Davide.
- Com'è vero che tu sei vivo, o mio re, tu cogli sempre nel segno. È proprio Ioab, il tuo generale, che mi ha ordinato di venire e mi ha suggerito tutte le parole che dovevo dirti. 20Ha fatto così per presentarti i fatti in forma diversa, ma tu sei sapiente come un angelo di Dio e capisci le cose di questo mondo.
21Davide fece chiamare Ioab e gli disse:
- Farò come suggerisci. Fa' tornare il giovane Assalonne.
22Ioab si inchinò fino a terra e lo ringraziò:
- Oggi, o mio re, hai usato comprensione con me, tuo servo, perché hai deciso secondo il mio suggerimento.
23Poi Ioab andò a Ghesur e ricondusse Assalonne a Gerusalemme. 24Il re ordinò che Assalonne andasse a casa sua senza presentarsi da lui. Così Assalonne andò a casa senza incontrarsi con il re.

Davide si riconcilia con Assalonne

25Non c'era in Israele un uomo più bello e più ammirato di Assalonne: dalla testa ai piedi non aveva alcun difetto. 26Ogni anno si faceva tagliare i capelli perché erano foltissimi. I capelli tagliati pesavano più di due chili secondo il peso ufficiale del re. 27Assalonne ebbe tre figli e una figlia di nome Tamar, una ragazza molto bella.
28Assalonne rimase a Gerusalemme due anni senza incontrarsi con il re. 29Due volte Assalonne mandò a chiamare Ioab per chiedergli di andare dal re: tutt'e due le volte Ioab non si fece vedere. 30Allora Assalonne disse ai suoi servi: 'Voi sapete dov'è il campo di Ioab? è vicino al mio: ora che l'orzo è maturo, andate a incendiario'.
I servi eseguirono l'ordine. 31Allora Ioab andò subito a casa di Assalonne a dirgli:
- Perché i tuoi servi hanno incendiato il mio campo?
32- Perché ti avevo chiamato e non sei venuto, - rispose Assalonne. - Volevo mandarti dal re a portargli questo mio messaggio: 'Per che scopo sono tornato da Ghesur? Era meglio che restassi là'. Io desidero vedere il re e, se egli giudica che io sia colpevole, mi condanni a morte. 33Ioab andò a riferire tutto al re e il re chiamò Assalonne. Quando entrò dal re, Assalonne si inchinò fino a terra e il re lo baciò.

(Testo CEI2008)

14
Ritorno di Assalonne

1 Ioab, figlio di Seruià, si accorse che il cuore del re si rivolgeva ad Assalonne. 2Allora mandò a prendere a Tekòa una donna saggia, e le disse: «Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti ungere con olio e compòrtati da donna che pianga da molto tempo un morto; 3poi entra presso il re e parlagli così e così». Ioab le mise in bocca le parole. 4La donna di Tekòa andò dunque dal re, si gettò con la faccia a terra, si prostrò e disse: «Aiutami, o re!». 5Il re le disse: «Che hai?». Rispose: «Ahimè! Io sono una vedova: mio marito è morto. 6La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra loro a contesa in campagna e nessuno li separava; così uno colpì l'altro e l'uccise. 7Ed ecco, tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo: «Consegnaci il fratricida: dobbiamo farlo morire per la vita del fratello che egli ha ucciso». Elimineranno così anche l'erede e spegneranno l'ultima brace che mi è rimasta e non si lascerà a mio marito né nome né discendenza sulla terra». 8Il re disse alla donna: «Va' pure a casa: io darò ordini a tuo riguardo». 9La donna di Tekòa disse al re: «O re, mio signore, la colpa cada su di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono siano innocenti». 10E il re: «Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me e non ti molesterà più». 11Riprese: «Il re giuri nel nome del Signore, suo Dio, perché il vendicatore del sangue non accresca la rovina e non mi sopprimano il figlio». Egli rispose: «Per la vita del Signore, non cadrà a terra un capello di tuo figlio!». 12Allora la donna disse: «La tua schiava possa dire una parola al re, mio signore!». Egli rispose: «Parla». 13Riprese la donna: «Allora perché pensi così contro il popolo di Dio? Il re, pronunciando questa sentenza si è come dichiarato colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha bandito. 14Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata per terra, che non si può più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano perché chi è stato bandito non sia più bandito lontano da lui. 15Ora, se io sono venuta a parlare così al re, mio signore, è perché la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: «Voglio parlare al re; forse il re farà quanto gli dirà la sua schiava, 16poiché il re ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di chi cerca di eliminare me con mio figlio dalla eredità di Dio». 17Quindi la tua schiava dice: «La parola del re, mio signore, sia fonte di quiete». Perché il re, mio signore, è come un angelo di Dio nell'ascoltare il bene e il male. Il Signore, tuo Dio, sia con te!». 18Il re rispose e disse alla donna: «Non tenermi nascosto nulla di quello che io ti domanderò». La donna disse: «Parli pure il re, mio signore». 19Disse il re: «La mano di Ioab non è forse con te in tutto questo?». La donna rispose: «Per la tua vita, o re, mio signore, non si può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re, mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo tutte queste parole in bocca alla tua schiava. 20Il tuo servo Ioab ha agito così per dare un altro aspetto alla vicenda; ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa quanto avviene sulla terra».
21Allora il re disse a Ioab: «Ecco, faccio come mi hai detto; va' dunque e fa' tornare il giovane Assalonne». 22Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e disse: «Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, o re, mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha detto». 23Ioab dunque si alzò, andò a Ghesur e condusse Assalonne a Gerusalemme. 24Ma il re disse: «Si ritiri in casa e non veda la mia faccia». Così Assalonne si ritirò in casa e non vide la faccia del re.
25Ora in tutto Israele non vi era uomo bello che fosse tanto lodato quanto Assalonne; dalla pianta dei piedi alla cima del capo non era in lui difetto alcuno. 26Quando si faceva tagliare i capelli - e se li faceva tagliare ogni anno, perché la capigliatura gli pesava troppo e perciò li tagliava -, egli pesava i suoi capelli e il peso era di duecento sicli al peso del re. 27Ad Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamar, che era donna di bell'aspetto.
28Assalonne abitò a Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del re. 29Poi Assalonne fece chiamare Ioab per mandarlo dal re, ma egli non volle andare da lui. Lo fece chiamare una seconda volta, ma non volle andare. 30Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Vedete, il campo di Ioab è vicino al mio e vi è l'orzo: andate e appiccatevi il fuoco!». I servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo. 31Allora Ioab si alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse: «Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?». 32Assalonne rispose a Ioab: «Io ti avevo mandato a dire: Vieni qui, voglio mandarti a dire al re: «Perché sono tornato da Ghesur? Era meglio per me stare ancora là». Ora voglio vedere la faccia del re e, se vi è colpa in me, mi faccia morire!». 33Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare Assalonne, che venne e si prostrò con la faccia a terra davanti al re. E il re baciò Assalonne.

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