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Primo libro di Samuele
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(Testo CEI74)

20
Gionata favorisce la partenza di Davide

1Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Giònata e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». 2Rispose: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!». 3Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve sapere questa cosa perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c'è un sol passo tra me e la morte». 4Giònata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?». 5Rispose Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla terza sera. 6Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi ha chiesto di lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia. 7Se dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. 8Mostra la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?». 9Giònata rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre è stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?». 10Davide disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?». 11Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in campagna».

Uscirono tutti e due nei campi. 12Allora Giònata disse a Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani o il terzo giorno a quest'ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno favorevoli a Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio, 13tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre. 14Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, 15non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il Signore avrà sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide, 16non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà conto ai nemici di Davide». 17Giònata volle ancor giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso. 18Giònata disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata perché si guarderà al tuo posto. 19Aspetterai il terzo giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta. 20Io tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per mio conto. 21Poi manderò il ragazzo gridando: Và a cercare le frecce! Se dirò al ragazzo: Guarda, le frecce sono più in qua da dove ti trovi, prendile!, allora vieni, perché tutto va bene per te; per la vita del Signore, non ci sarà niente di grave. 22Se invece dirò al giovane: Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!, allora và perché il Signore ti fa partire. 23Riguardo alle parole che abbiamo detto io e tu, ecco è testimonio il Signore tra me e te per sempre».

24Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova e il re sedette a tavola per mangiare. 25Il re sedette come al solito sul sedile contro il muro; Giònata stette di fronte, Abner si sedette al fianco del re e il posto di Davide rimase vuoto. 26Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «Gli sarà successo un inconveniente: non sarà mondo. Certo, non è mondo». 27Ed ecco l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Saul disse allora a Giònata suo figlio: «Perché il figlio di Iesse non è venuto a tavola né ieri né oggi?». 28Giònata rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme. 29Mi ha detto: Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto alla tavola del re». 30Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: «Figlio d'una donna perduta, non so io forse che tu prendi le parti del figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre? 31Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire». 32Rispose Giònata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?». 33Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che l'uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre. 34Giònata si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per riguardo a Davide perché suo padre ne violava i diritti.

35Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per dare le indicazioni a Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo. 36Egli disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui. 37Il ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirata e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di te?». 38Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e non fermarti!». Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò al suo padrone. 39Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto Giònata e Davide sapevano la cosa. 40Allora diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: «Và e riportale in città». 41Partito il ragazzo, Davide si mosse da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e piansero l'uno insieme all'altro, finché per Davide si fece tardi. 42Allora Giònata disse a Davide: «Và in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome del Signore: il Signore sia con me e con te, con la mia discendenza e con la tua discendenza per sempre».

(Testo TILC)

20
Gionata aiuta Davide a fuggire

1Dopo questo fatto Davide fuggì da Naiot di Rama e andò a parlare a Gionata:
- Che cosa ho fatto? - gli chiese, - che offesa, che colpa ho verso tuo padre? Perché vuole la mia morte?
2Gionata gli rispose:
- Tu non morirai, te l'assicuro. Mio padre non fa nulla senza dirmelo, né tanto né poco. Perché avrebbe dovuto tenermi nascosto proprio questo? Non è possibile.
3Davide replicò con forza:
- Tuo padre sa molto bene che tu vuoi aiutarmi: per questo ha deciso che non devi saper nulla perché ne soffriresti. Ma ti assicuro: com'è vero che il Signore vive e tu sei vivo, tra me e la morte c'è solo un passo.
4 - Che cosa mi suggerisci di fare? - gli chiese Gionata.
5 - Domani, - continuò Davide, - è la festa della luna nuova e io dovrei sedere a pranzo con il re. Invece, d'accordo con te, starò lontano, nascosto in campagna fino a dopodomani sera. 6Probabilmente tuo padre mi cercherà e tu gli dirai: 'Davide mi ha pregato di poter andare a Betlemme, la sua città, perché tutta la sua famiglia celebra il sacrificio annuale'. 7Se dirà che va bene, allora potrò stare tranquillo; se invece s'infurierà contro di me, allora sappi che ha deciso la mia fine. 8In questo caso ti prego di trattarmi con lealtà, perché mi hai legato a te con un patto davanti al Signore. Se sono colpevole, uccidimi tu stesso; perché consegnarmi a tuo padre?
9 - Non pensare neppure una cosa simile, - rispose Gionata; - se saprò con certezza che mio padre ha deciso di farti morire, certamente t'informerò.
10 - Se tuo padre ti darà una cattiva risposta, chi mi avvertirà? - chiese Davide.
11Allora Gionata propose a Davide di uscire nei campi, e tutt'e due andarono in campagna. 12Qui Gionata disse a Davide: 'Ti assicuro per il Signore, Dio d'Israele: dopodomani a quest'ora avrò indagato le intenzioni di mio padre. Se sono favorevoli a te, ti manderò qualcuno e te lo farò sapere. 13Invece, nel caso che mio padre decida di farti del male, il Signore mi punisca severamente se non te lo farò sapere e se poi non ti lascerò partire: tu potrai andartene sano e salvo. E il Signore sia con te come è stato con mio padre. 14E tu, fin che sarò in vita, usa con me la bontà che il Signore esige. Dopo che sarò morto, 15usa ancora la stessa bontà verso la mia famiglia per sempre, anche quando il Signore eliminerà dalla faccia della terra, l'uno dopo l'altro, tutti i tuoi nemici'. 16Questo è l'impegno che Gionata impose a Davide e ai suoi discendenti dicendo: 'Il Signore ne chieda conto ai discendenti di Davide se non l'osserveranno'. 17Gionata fece giurare nuovamente Davide in nome della sua amicizia; egli l'amava più che un fratello. 18Poi disse a Davide: 'Domani, alla festa della luna nuova, tu non sarai presente e il tuo posto vuoto sarà certamente notato. 19Ma tu aspetta dopodomani, poi incamminati verso sud e va' a nasconderti nello stesso posto dell'altra volta, fermati dietro al mucchio di pietre. 20Io verrò e tirerò tre frecce in quella direzione come se tirassi al bersaglio. 21Poi manderò il mio servo a cercare le frecce. Se gli dirò: 'Le frecce sono più indietro: vieni qui a raccoglierle', vuol dire che tu sei salvo e puoi venir fuori, ti giuro che non correrai rischi. 22Se invece griderò al servo: 'Le frecce sono più avanti', allora tu preparati a scappare, perché il Signore ti manda lontano. 23Quanto alla promessa che ci siamo fatti l'un l'altro, il Signore sarà testimone tra noi per sempre'. 24Davide andò nei suo nascondiglio in campagna. Il re Saul andò al pranzo per la festa della luna nuova. 25Prese posto vicino alla parete come al solito, al suo fianco sedeva Abner e Gionata era di fronte; il posto di Davide era vuoto. 26Quel giorno Saul non disse nulla perché pensava: sarà successo a Davide qualche inconveniente e non sarà in stato di purità come è prescritto, certamente è assente per questo. 27Il giorno dopo, il secondo dopo la luna nuova, il posto di Davide era ancora vuoto. Saul chiese a suo figlio Gionata:
- Perché il figlio di lesse non è venuto a pranzo né ieri né oggi?
28Gionata rispose:
- Davide mi ha pregato di lasciarlo andare a Betlemme. 29Mi ha detto che la sua famiglia celebrava il sacrificio annuale, e suo fratello gli aveva ordinato di essere presente. Mi ha pregato di fargli questo favore, di lasciarlo andare dai suoi parenti. Per questo non è venuto al banchetto del re.
30Saul s'infuriò contro Gionata:
- Bastardo! Lo sapevo che tu sei d'accordo con quel figlio di lesse; maledetto te e la donna che t'ha fatto! 31Finché il figlio di lesse è al mondo, ogni giorno che egli vive, tu e il tuo regno siete in pericolo. Manda subito a prenderlo e portalo qui perché deve morire.
32Gionata rispose a suo padre Saul:
- Perché dovrebbe morire? Che cosa ha fatto?
33Saul afferrò la lancia per colpire suo figlio. A questo punto Gionata fu sicuro che suo padre aveva deciso la morte di Davide. 34Gionata si alzò da tavola indignato e non mangiò nulla per tutto il giorno, il secondo delle feste per la luna nuova. Era addolorato per Davide perché suo padre l'offendeva.
35Il mattino dopo Gionata uscì verso la campagna per informare Davide. Aveva preso con sé un servo giovanissimo. 36Gli ordinò:
- Corri a cercare le frecce che tirerò. Il ragazzo si mise a correre e Gionata tirò una freccia più lontano. 37Quando il ragazzo giunse vicino al punto dov'era caduta la freccia, Gionata gridò:
38 - La freccia è più lontana di dove sei! Corri più in là, - continuò Gionata, - svelto, non fermarti!
Il ragazzo raccolse la freccia e tornò presso Gionata. 39Egli era all'oscuro di tutto; solo Gionata e Davide sapevano il significato di quelle parole. 40Gionata affidò le sue armi al ragazzo e gli ordinò di riportarle in città. 41Il ragazzo partì. Allora Davide uscì fuori di dietro il mucchio di pietre e si inchinò con la faccia a terra per tre volte. Poi i due amici si abbracciarono e piansero. 42Gionata salutò Davide: 'Ora va' in pace. Noi rimaniamo legati dal giuramento che abbiamo fatto nel nome del Signore: il Signore sia per sempre tra me e te, tra i tuoi e i miei figli'.

(Testo CEI2008)

20

1 Davide fuggì da Naiot di Rama, si recò da Giònata e gli disse: «Che cosa ho fatto, che colpa e che peccato ho nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». 2Rispose: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!». 3Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: «Giònata non deve sapere questa cosa, perché si affliggerebbe». Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c'è soltanto un passo tra me e la morte». 4Giònata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?». 5Rispose Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei fermarmi a mangiare con il re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla terza sera. 6Se tuo padre noterà la mia assenza, dirai: «Davide mi ha supplicato di andare in fretta a Betlemme, sua città, perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia». 7Se dirà: «Va bene», allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. 8Agisci con bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore: se c'è colpa in me, uccidimi tu; ma per qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?». 9Giònata rispose: «Non sia mai! Se di certo io sapessi che è deciso il male contro di te da parte di mio padre, non te lo farei forse sapere?». 10Davide disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?». 11Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in campagna».
Uscirono tutti e due nella campagna. 12Allora Giònata disse a Davide: «Per il Signore, Dio d'Israele, domani e dopodomani a quest'ora scruterò le intenzioni di mio padre. Se sarà benevolo verso Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio, 13tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il male a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre. 14Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, 15non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; neppure quando il Signore avrà eliminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide, 16non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà conto ai nemici di Davide». 17Giònata volle ancora far giurare Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso. 18Giònata disse a Davide: «Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata perché si guarderà al tuo posto. 19Aspetterai il terzo giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta. 20Io tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per conto mio. 21Poi manderò il ragazzo gridando: «Va' a cercare le frecce!». Se dirò al ragazzo: «Guarda, le frecce sono più in qua di dove ti trovi, prendile!», allora vieni, perché tutto va bene per te; per la vita del Signore, non c'è niente. 22Se invece dirò al giovane: «Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!», allora va', perché il Signore ti fa partire. 23Riguardo alle parole che abbiamo detto tu e io, ecco è testimone il Signore tra me e te per sempre».
24Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova e il re sedette a mangiare. 25Il re sedette come al solito sul sedile contro il muro; Giònata si mise di fronte, Abner si sedette al fianco del re e si notò il posto di Davide. 26Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: «È un caso: non sarà puro. Certo non è puro». 27Ma l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, si notò il posto di Davide. Saul disse allora a Giònata, suo figlio: «Perché il figlio di Iesse non è venuto a prendere cibo né ieri né oggi?». 28Giònata rispose a Saul: «Davide mi ha chiesto con insistenza di andare a Betlemme. 29Mi ha detto: «Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli». Per questo non è venuto alla tavola del re». 30Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: «Figlio di una scostumata, non so io forse che tu preferisci il figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre? 31Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché merita la morte». 32Rispose Giònata a Saul, suo padre: «Perché deve morire? Che cosa ha fatto?». 33Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che suo padre aveva ormai deciso di uccidere Davide. 34Giònata si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per Davide, perché suo padre l'aveva offeso.
35Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per l'appuntamento con Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo. 36Egli disse al ragazzo: «Corri a cercare le frecce che io tirerò». Il ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui. 37Il ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirato e Giònata gridò al ragazzo: «La freccia non è forse più avanti di te?». 38Giònata gridò ancora al ragazzo: «Corri svelto e non fermarti!». Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò al suo padrone. 39Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto Giònata e Davide sapevano la cosa. 40Allora Giònata diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: «Va' e riportale in città». 41Partito il ragazzo, Davide si alzò da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e piansero insieme, finché Davide si fece forza. 42E Giònata disse a Davide: «Va' in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome del Signore in questi termini: «Il Signore sia tra me e te, tra la mia discendenza e la tua discendenza per sempre»».

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