| (Testo CEI2008) 14 Norme per le assemblee
26Che fare dunque, fratelli? Quando vi radunate, uno ha un salmo, un altro ha un insegnamento; uno ha una rivelazione, uno ha il dono delle lingue, un altro ha quello di interpretarle: tutto avvenga per l'edificazione.
27Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due, o al massimo in tre, a parlare, uno alla volta, e vi sia uno che faccia da interprete.
28Se non vi è chi interpreta, ciascuno di loro taccia nell'assemblea e parli solo a se stesso e a Dio.
29I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino.
30Ma se poi uno dei presenti riceve una rivelazione, il primo taccia:
31uno alla volta, infatti, potete tutti profetare, perché tutti possano imparare ed essere esortati.
32Le ispirazioni dei profeti sono sottomesse ai profeti,
33perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace. Come in tutte le comunità dei santi,
34le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la Legge.
35Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.
36Da voi, forse, è partita la parola di Dio? O è giunta soltanto a voi?
37Chi ritiene di essere profeta o dotato di doni dello Spirito, deve riconoscere che quanto vi scrivo è comando del Signore.
38Se qualcuno non lo riconosce, neppure lui viene riconosciuto.
39Dunque, fratelli miei, desiderate intensamente la profezia e, quanto al parlare con il dono delle lingue, non impeditelo.
40Tutto però avvenga decorosamente e con ordine.
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